Solstizi ed equinozi: un viaggio esoterico in pillole - lungo un anno!

Pubblicato: 15/03/2024

Dovunque il guardo giro, immenso Dio, ti vedo: nell'opre tue t'ammiro, ti riconosco in me. La terra, il mar, le sfere parlan del tuo potere: tu sei per tutto; e noi tutti viviamo in te. (Arie – XXVI, Pietro Metastasio).

Solstizi ed equinozi: un viaggio esoterico in pillole - lungo un anno!

Trascorsa la festività del Carnevale, strascico pagano dei Saturnalia Romani, siamo già immersi nelle ‘Arie’ preparatorie di quella più importante del cattolicesimo cristiano: ‘la Pasqua di Resurrezione’.

L’anno scorso, a tal riguardo, scrissi un articolo sulle origini pagane di questa festività (link), richiamandone in auge, quel profondo senso di ‘rinascita’, di cambiamento e di rinnovamento, proprio di questa festa che lo segna e rappresenta in tutti i culti misterici e religiosi, passati o presenti.

Ma seppure, anche tanti altri scrittori, giornalisti, filosofi, esegeti, teologi e ricercatori, hanno scritto abbondantemente di quelle che sono le diverse specificità di queste ricorrenze, in pochi ne hanno trattato delle loro origini cicliche e stagionali.

Sì, perché ogni ricorrenza, pagana o religiosa che sia, è, al contrario, strettamente legata ai cicli delle stagioni ed ai calendari pagani degli ‘antenati’, un viaggio personale di ricerca della ‘originale conoscenza gnostica’ (link), legata ai solstizi ed agli equinozi, dai quali, tutte le ricorrenze celebrative e commemorative traggono le loro reali origini folkloristiche ed esoteriche degli ‘ancestri’.

Questo percorso d’incubazione, lento ma profondo, nel corso dei secoli, logicamente, è stato plasmato, modificato ed adattato, per l’uso ed i costumi delle comunità religiose ‘letteraliste’. Ogni credo, culto e filosofia religiosa o di pensiero, ha quindi trattenuto per sé, esclusivamente la parte che ha voluto veicolare all’interno del proprio alveo di pensiero, seppure, uno strascico delle origini, ancora oggi, lo ritroviamo in tutte le diverse metamorfosi di queste feste, in ogni loro manifestazione scritta o tramandata oralmente.

All’inizio di quest’articolo, volutamente ho citato Metastasio, perché in quella XXVIa Aria, fondamentalmente, è racchiuso il senso più profondo della nostra natura e di quella di tutti i credi e filosofie: ‘Siamo immersi in una immensa ed eccezionale creazione sovrumana, della quale conosciamo poco e dalla quale bramiamo le risposte ai fondamentali quesiti dell’esistenza umana’. Chi siamo? Da dove veniamo? Chi è il nostro Creatore? Perché? Noi cerchiamo di ‘ascendere’ per comprendere la nostra ‘discendenza’Come sopra - Così sotto. Tutti cerchiamo dei segni e delle rivelazioni che ci aiutino a comprendere ad interpretare e discernere le nostre esistenze su questa terra. 

Pietro Metastasio esprime l’inesprimibile, ammirando il creato e l’immensità del potere di Dio, con le uniche parole che possano rendere comprensibile ciò che non lo è: ‘tu sei per tutto; e tutti viviamo in te’. Perché? – Forse, perché, nel comprendere l’abissale distanza tra il creatore e la sua creatura, l’unica espressione che potesse accorciare le distanze della nostra incapacità umana del comprenderlo, era quella di circostanziarci all’interno del creato. Seppure, quando scrive: ‘La terra, il mar, le sfere parlan del tuo potere’, lancia un messaggio di speranza, teso verso la comprensione di questo potere Divino’, manifesta questa grandezza attraverso gli elementi che simboleggiano la scintilla che ha generato quel tutto. Terra (terra), mare (acqua), sfere (Sole - uomo - fuoco), luna (donna - femminino), i pianeti (il sistema solare) ed il loro movimento (moto-energia), che genera l’aria (aria) - i quattro elementi della vita –, spinti ad unirsi e mescolarsi da quel moto che, ciclicamente crea le stagioni e quindi: ‘i solstizi ed equinozi’.

Vi siete mai chiesti quale sia stato il reale motivo sulla nascita del Cristianesimo neo-testamentario, rispetto l’Ebraismo del vecchio testamento, che sarebbe potuto diventare tranquillamente la religione di tutti? – Il perdono! L’uomo è alla continua ricerca del perdono e dell’approvazione etica dei propri comportamenti. Commettere errori, è insito della natura umana; donne e uomini imperfetti, ma coscienti di poter essere perfettibili! Il perdono, è probabilmente il sentimento più nobile che l’essere umano possegga. Perdonare un ‘uomo’, senza doverlo per forza punire come il vecchio testamentario ‘occhio per occhio, dente per dente’, ma prescindendo che, il pentimento, sia di per se una punizione fatta di privazioni fisiche e morali auto-inflitte, che trasformino il ’pentito’ in ‘penitente’, è tra tutte le pene da scontare quella più pesante! Riuscire a perdonare sé stessi, affrontando e vivendo sul proprio corpo ed il proprio spirito, il carico dell’afflizione provocata, è la ‘vera punizione’, la più difficile da scontare.

Questo è il senso del cambiamento. Carnevale, non è altro che un intermezzo tra il Natale (solstizio d’inverno) e la Pasqua (equinozio di primavera); come lo è il Ferragosto, tra il solstizio d’estate e l’equinozio d’autunno. Così come la commemorazione dei defunti, tra l’equinozio d’autunno ed il solstizio d’inverno. Tutto si colloca in un ciclico schema di rinnovamento.

Il Carnevale, con il suo ‘martedì grasso’, è la massima espressione simbolica degli eccessi! Per un giorno si può essere chi non si può o chi si vorrebbe, senza la paura di poter essere giudicati; una maschera vestita a festa, posta sopra quella che indossiamo tutti i giorni. Tutti, consci e colpevoli di mentire a noi stessi ed agli altri, ma con l’esimente che dal giorno successivo, il mercoledì delle ceneri, possiamo svestirci di quegli abiti, non più nostri, per incamminarci lungo la ‘via crucis’ della pasqua e quindi scontare le nostre pene.

Tutto è un susseguirsi di picchi ed equilibri; dopo il periodo pasquale ed il suo equinozio di primavera, abbiamo il primo punto di equilibrio energetico di questa fase ascendente, importantissimo per evitare di sprecare questa ascesa, che culminerà con il solstizio d’estate. Equinozio questo, che ci apre ad un periodo di stasi, di riposo meditativo e riflessivo. Un periodo dove dialogare in modo intimo con la nostra anima. Quindi avremo una seconda ripartenza energetica verso l’alto, fino al prossimo solstizio di giugno, che segnerà il termine dell’ascesa e l’inizio discendente fino il successivo equinozio d’autunno; fase questa, dove energeticamente, si consumeranno molte energie che dovranno essere recuperate nella stasi settembrina. Un momento di fermo, dove defaticare la discesa, imponendosi, in questo stadio, un dialogo diretto corpo e anima, per non riprendere ‘stanchi’ la seconda parte della discesa verso le lunghe notti dell solstizio d’inverno, che ci vedranno introspettivi verso ciò che questa volta è il colloquio spirito e corpo; non a caso, attraverseremo il periodo in cui si commemorano i defunti, con gli evidenti richiami esoterici al distacco corporale della morte terrena. Distacco lungo ed affaticante, che ci porterà al picco massimo di tenebra col solstizio d’inverno, che decreterà con la coincidente ‘natività del Cristo’, una nuova conciliazione, questa volta anima e spirito, con la ri-collocazione simbolica delle nostre energie vitali, in un nuovo feto, pronti a cominciare un nuovo ciclo, rinnovato, verso l’ennesima risalita energetica del successivo equinozio di primavera.

Un nuovo cerchio concentrico, che a spirale, si muove e si stacca da quello appena compiuto, per questo ennesimo viaggio, inno alla ‘vita nova’, che incita al ‘non arrenderci mai nella ricerca delle verità’. Tutto è scritto, tutto il creato ci parla di D-o; è vero, non è semplice comprendere l’immensità di questo tutto che ci permea ed allo stesso tempo ci avvolge e ci contiene, così come, è altrettanto difficile trovare le risposte alla nostra natura umana, non esiste un unico testo dove poterle trovare tutte, tantomeno un indice da consultare, eppure, il nostro Creatore ci ha lasciato le evidenze queste risposte, ne abbiamo indizi ovunque, sono tutti intorno a noi, dobbiamo solo saperli trovare ed interpretare, ma questo è solo compito nostro. Noli foras ira, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas (Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità – Sant’Agostino).

  

Lo sguardo fissa attonito lo splendore di questo lucente orizzonte, alzo questi miei occhi al cielo e l’osservo; ‘nulla è più grande di te!’, quindi esclamo.

Emilio Ferrara



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