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Menfi città del vino 2023: le spiagge, le cantine e i gioielli d’arte da non perdere
Spiagge senza confini, bordate da un mare caraibico. Oasi naturali e riserve. Uliveti e vigneti che si estendono a perdita d’occhio. Menfi è stata eletta "città del vino 2023". Ecco le spiagge, le cantine e i gioielli d'arte da non perdere
Spiagge senza confini bordate da un mare caraibico. Oasi naturali e riserve. E, ancora, uliveti e vigneti a perdita d’occhio.
Affacciata su un mare che sa già d’Africa, la costa occidentale della Sicilia è capace di regalare emozioni uniche grazie ai suoi scenari naturali (la costa è un mélange di baie di ciottoli bianchissimi, distese di dune e scogliere a picco sul mare) e ai suoi incredibili tesori artistici (da qui sono passati un po’ tutti: Fenici e Greci, Romani e Bizantini, Arabi e Spagnoli e tutti hanno lasciato le loro tracce).
Menfi città del vino 2023
Ed è Menfi, una delle piccole capitali di questo territorio così fascinoso, ad essere stata eletta Città Italiana del Vino per il 2023, durante un Convention Nazionale, tenutasi lo scorso novembre a Duino Aurisina (Ts).
Elezione più che giustificata: lungo la Strada del Vino delle Terre Sicane, a Menfi e nel suo circondario cantine storiche e giovani vigneron di buona volontà hanno rilanciato l’immagine del vino siciliano facendolo diventare un must, amato e coccolato da esperti e amanti del bere bene. Menfi e il suo hinterland (affettuosamente ribattezzato Menfishire) si incontrano dopo aver attraversato, arrivando da nord, il percorso pigro del Belice: è, questa, una sicilianissima Napa Valley distesa tra le colline e il mare di Porto Palo, tra la Riserva delle Dune del Belice e i panorami surreali del Lago Arancio.
Le spiagge, le cantine e i gioielli d’arte da non perdere
Menfi non è sfarzosamente barocca come altre città dell’isola ma il suo centro storico esibisce bei palazzi, chiese e torri. Attorno alla Piazza Vittorio Emanuele I, per esempio, si radunano i tre gioielli architettonici della città: la Chiesa Madre dedicata a Sant’Antonio da Padova realizzata su progetto di Vittorio Gregotti sui ruderi della seicentesca Matrice distrutta dal terremoto del ’68; la Torre Federiciana, che rappresenta tutto ciò che resta dell’imponente castello che Federico II di Svevia fece costruire nel ‘200 e il seicentesco Palazzo Pignatelli, voluto dal duca Diego Aragona Tagliavia, sede del Museo Civico.
Ma è tutto il territorio di Menfi a regalare scorci di una bellezza rude e selvaggia, a partire dalle spiagge di Porto Palo (premiate da anni con la Bandiera Blu): le Giache Bianche, l’unico tratto sassoso del litorale, dove la risacca spumeggia su ciottoli candidi, Caparrina solitaria e silenziosa, tappezzata di verde o, ancora, Lido Fiori nascosta dalle dune.
Ma c’è dell’altro: nel territorio menfitano cade una porzione dell’Oasi della Foce del Belìce, una riserva naturale di un centinaio di ettari, annunciata da canneti, voli di uccelli migratori e distese di dune che bordano spiagge solitarie.
Itinerari archeologici e boutique del vino
Solo una manciata di chilometri, poi, separa i vigneti di Menfi dal sito archeologico di Selinunte, dallo sky line di colonne cadute, torri, mura ciclopiche, templi monumentali che si stagliano su una collina e su una spianata a strapiombo sul mare.
E dall’antico al contemporaneo, tra i ruderi di Gibellina, uno dei paesi distrutti dal terremoto del 1968, c’è il Cretto di Alberto Burri, una gigantesca scultura di land art che ricopre come un sudario le vie e i vicoli del centro abitato sconvolto dal sisma. Il territorio attorno a Menfi è caratterizzato da una forte rete territoriale e a far da corona alla Capitale del vino 2023 ci sono i comuni delle Terre Sicane: Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belìce, Montevago e Contessa Entellina, ognuno con vigneti, grandi cantine, wineries boutique.
C’è da dire che il legame tra Menfi, il suo terroir e la vitivinicoltura ha radici nella storia delle civiltà che si sono succedute in questo particolare angolo della Sicilia Occidentale. Nel Menfishire il vino è una parte fondamentale della cultura e delle tradizioni popolari e i vigneti sono il landmark di un paesaggio dove biodiversità è una parola d’ordine.
Menfi città del vino 2023: le varietà autoctone
E nei vigneti di Menfi maturano uve delle varietà autoctone (Inzolia, Catararatto, Grecanico, Nero d’Avola) ma anche grandi vitigni internazionali (Chardonnay, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot), da loro nascono vini bianchi minerali che sanno di mare e vento ma anche rossi intensi, figli di uve che maturano sulle colline dell’entroterra.
E’ non è un caso che a Menfi, più di sessanta anni fa, sia nata Settesoli, una cantina cooperativa che, oggi, con i suoi 6000 ettari di vigneti ed una comunità di 2000 viticoltori, produce oltre il 70% del vino del territorio.
«La nostra cantina – sottolinea Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli – è uno dei leader mondiali nel settore del vino: l’indotto creato sul territorio menfitano si è sviluppato negli anni, fino a dare vita ad una vera economia circolare parallela perfettamente integrata con il territorio, nella produzione vinicola e nello sviluppo turistico.”
Un programma per veri intenditori
Menfi è stata anche la culla dei Planeta, veri baby boomer del vino italiano. I loro vigneti si trovano disposti a raggiera sulle sponde del lago Arancio: è qui che nascono lo Chardonnay, un grande classico dell’azienda, ma anche i single vineyard (Sito dell’Ulmo Merlot e Maroccoli Syrah) e i territoriali Alastro e Plumbago, rispettivamente Grecanico e Nero d’Avola in purezza.
Per tutto il ‘23 Menfi e tutto il territorio delle Terre Sicane metteranno in atto un programma di accoglienza per winelovers, gourmand, escursionisti, amanti della storia e dell’arte: itinerari enoculturali attorno al concept “Vino, paesaggio ed architettura”, visite guidate e narrate, premi e concorsi (Donne&Vino, DiVinScatto, Premio Tomasi di Lampedusa), gare sportive (Granfondo della Strada del vino delle Terre Sicane e Inycon Sailing Cup), wine tasting e degustazioni guidate, laboratori, spettacoli e percorsi d’ arte (tutto il calendario aggiornato si trova su www.fondazioneinycon.it).
Esperienze uniche che permetteranno una immersione totale nelle unicità del territorio, con l’obiettivo di destagionalizzare il turismo, assicurando un flusso di visitatori durante tutto l’arco dell’anno.
Fonte: https://viaggi.corriere.it/news/menfi-citta-del-vino-2023-le-spiagge-le-cantine-e-i-gioielli-darte-da-non-perdere



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