Galline e capre che attraversano le strade, case basse dai colori pastello e auto che rombano con stereo a tutto volume. Anguilla conserva ancora quell’anima autentica e locale che molte delle altre isole dei Caraibi hanno in parte perduto, snaturate dall’invasione di catene internazionali, viali trafficati e cementificazione. Qui, no. La quiete, il relax e la privacy sono garantite persino nel picco di stagione, lungo le spettacolari spiagge che orlano questo Territorio d’Oltremare Britannico (si parla inglese e si guida a sinistra).

Cosa vedere ad Anguilla, perla dei Caraibi

Il fascino di Anguilla non risiede tanto nelle 33 spiagge di sabbia chiara bagnate da acque paradisiache. O dalla deliziosa cucina locale a base di aragosta e gamberi. E nemmeno dai lenti ritmi caraibici che vanno a tempo di reggae, soca e calipso sotto il sole tropicale. Bensì, in tutti questi ingredienti insieme, mixati con la tranquillità di un lembo di Caraibi rimasto quasi segreto e poco frequentato ancora oggi.

Anguilla non è solo spiagge da cartolina, ma è anche natura selvaggia. Lo si vede soprattutto nelle lagune popolate da mangrovie, dove le acque basse ospitano una grande varietà di uccelli: dagli aironi ai cavalieri collonero, passando per fenicotteri, gheppi e candide egrette. Proprio quelle che un tempo erano saline produttive per l’uomo, oggi lo sono per la biodiversità: stagni salini che proteggono dall’erosione, filtrano l’acqua e danno ristoro all’avifauna migratoria.

Per avvistarla, basta raggiungere uno dei punti di osservazione migliori, come Meads Bay Pond, vicino a uno storico pozzo dell’isola. E a fare la gioia dei birdwatcher sono anche le isole-santuario come Dog Island e Prickly Pear Cays, vere e proprie nursery per gli uccelli.

Le aree marine e le isole protette di Anguilla

E la vita sottomarina? Una nuova politica green, portata avanti dalla giovane ministra della Sostenibilità, Innovazione e Ambiente, Quincia Gumbs Marie, sta impiegando risorse e formazione nel progetto cofinanziato dal governo britannico Blue Belt. Lo scopo è quello d’investire nella blue economy proteggendo l’ecosistema dalle minacce ambientali e implementando lo sviluppo sostenibile della pesca e del turismo marittimo.

Fra le iniziative degli ultimi anni c’è il ripristino dell’habitat delle aragoste caraibiche danneggiato dagli uragani e dalla sovrappesca. Nelle aree marine protette, come Little Bay, sono state sistemate le casitas, casette rocciose e letti di alghe che restituiscono l’ambiente ideale alla riproduzione di questa specie endemica.

Un altro luogo ricco di biodiversità tutelato dall’area marina protetta è Sandy Island, vera e propria terrazza naturale di sabbia, circondata dalla barriera corallina. Praticamente un atollo sabbioso dove camminare tra coralli, gorgonie, ricci e spugne spiaggiate. Cesellata dalla natura, l’isoletta è stata rasa al suolo più volte dagli uragani e le correnti ne cambiano quotidianamente la forma. E puntualmente viene ripristinato il chiosco in legno e materiali naturali dove pranzare con il pescato del giorno, tra la brezza marina che spettina capelli e i lampadari di conchiglie.

Shoal Bay West, la baia del design

Nella punta sud occidentale, tra le lagune di mangrovie del West End e le placide villette nascoste tra palme, hibiscus, tamarindi, cedri bianchi e coccoloba, si trova uno dei segreti meglio custoditi di Anguilla. L’ampia baia di Shoal Bay West è quasi sempre deserta eppure non ha nulla da invidiare alle più patinate spiagge del nord. Qui, a prevalere è lo stile di vita in libertà delle ville, da affittare e condividere a gruppi di amici e coppie. Decine di villette basse, bianche e geometriche ben integrate nella natura: ciò che le accomuna è l’architettura modernista dell’americano Myron Goldfinder.

Le spiagge più belle di Anguilla e i resort sul mare

Difficile dire quali siano le più belle spiagge di Anguilla. Denominatore comune è l’acqua turchese che bagna la sabbia chiara tra calette rocciose e ampie baie, molte delle quali hanno anche un lato B: gli stagni e le lagune popolate da uccelli migratori, dove un tempo veniva estratto il sale. Fra queste c’è Maundays Bay, una visione paradisiaca con la sua sabbia bianchissima sulla quale si affaccia l’iconico e famoso Belmond Cap Juluca. O ancora Meads Bay, molto frequentata per i suoi localini e per la varietà di strutture che spaziano dal target famigliare e medio di Carimar Beach Club a quello lusso del Four Seasons.

Popolarissima e sempre al top delle classifiche è Shoal Bay East, che si affaccia sull’area marina protetta e vanta strutture esclusive come Zemi Beach House, dove trova posto persino una Rhum Room con oltre cento etichette da tutto il mondo, o sistemazioni più accessibili come le Shoal Bay Villas. Spostandosi sulla costa sud, più tranquilla e slow, spicca Rendezvous Bay dove prevalgono i chioschi reggae e multicolor del The Dune Preserve e del Sunshine Shack. Ma trovano posto anche le 18 buche del campo da golf disegnato da Greg Norman nell’Aurora Anguilla Resort & Golf Club, dove giocare vista mare tra pellicani e uccelli acquatici che frequentano i laghetti del campo.
Ottimo hot spot per lo snorkelling, così come in tutta l’isola, è anche Little Bay: un’idilliaca baia ad anfiteatro chiusa da falesie multicolor.

Dove dormire ad Anguilla

Lungo la baia di Shoal Bay West, si trova alloggio in villette di design immerse nella natura. Qui tronfa l’architettura modernista di Goldfinder, che ha firmato diverse costruzioni. Tre di queste fanno parte di Altamer, ville da affittare con la possibilità di avere tutti i servizi di un hotel di lusso (dallo chef al bar tender), ma con l’esclusività di uno spazio tutto per sé. A gestirle è Moira Masshardt, svizzera di nascita ma anguillana nell’anima, che fornisce il valore aggiunto dell’esperienza grazie al suo amore incondizionato per l’isola.

Fonte: https://viaggi.corriere.it/america/anguilla-caraibi-cosa-fare-e-cosa-vedere-sullisola