Sulla rampa del perdono siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo

Pubblicato: 19/02/2022

Luca 6, 27-38

Sulla rampa del perdono siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo

Gesù elimina per sempre il concetto di “nemico”: questa è la novità introdotta da Gesù: “amate i vostri nemici” e direi che qui c’è tutta la specificità del messaggio evangelico. Al riguardo Gesù ci dà anche delle indicazioni attraverso 8 verbi che possiamo cogliere dai versetti della pericope evangelica di Luca, scelta dalla liturgia: amate, fate del bene, benedite, pregate, amate i vostri nemici, pregate, perdonate, date. Effettivamente tutto ciò è necessario per essere in pace con gli altri e con se stessi, benedire coloro che ci maledicono e pregare per loro.

Sono indicazioni importantissime per la comunità, ma poi vengono date indicazioni anche per il singolo: offri  la tua amicizia, offri la tua disponibilità, la riconciliazione, non rifiutare nulla dell’altro se donato con amore, non rifiutare il perdono e impegnati a dare con benevolenza: dà con amore agli altri e non chiedere nulla in cambio. Sono tutte azioni caratterizzate da profonda umanità. In definitiva si tratta di andare al concreto.

E’ un amore palpabile che diventa concreto verso i nemici, non un amore astratto, un concetto teorico, una nuova ideologia, ma  un‘azione concreta e a più livelli. E’ un andare fino in fondo; è un andare in profondità con il proprio cuore per portarsi all’altro con questi atteggiamenti, cioè offrendo “l’altra guancia”

Porgere l’altra guancia significa mostrare un volto misericordioso e disarmato che non incute paura, non aggredisce, non organizza la difesa. Così facendo, paradossalmente, l’avversario o presunto nemico non può che soccombere e desistere. Gandhi a riguardo affermava: “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. In genere ci viene facile giudicare gli altri e aspettare che sia l’altro a cambiare invece la situazione va rovesciata; quello che desideri per te sarà proprio quello che darai al tuo compagno per primo, sarai tu per primo a dare quello che desideri per te. Questo è sicuramente il cammino della perfezione umana e cristiana.

La regola d’oro dell’Antico Testamento ci viene offerta oggi da Gesù ed è la sintesi di tutta la sapienza dei 10 comandamenti che troviamo nella Bibbia: «Tutto quello che vuoi che gli altri facciano a te, tu fallo anche a loro» (Lc 6.31). Questa stessa regola compare anche tra i consigli che Tobi diede al figlio Tobia: «Non fare a nessuno quello che non vorresti che gli altri facessero a te» (Tb 4,15). Questa legge fu applicata anche da Davide, quando, pur trovandosi nella situazione favorevole di uccidere il re Saul, diventato suo nemico, non lo fece ma andò oltre l‘odio.  

La legge aurea ci prepara a comprendere fino in fondo il comandamento dell’amore: «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Lv 19,18 corrispondente a Mt 22,39: Mc 12,31; Lc 10,27b: Gal 5,14).

Il nostro approccio ai comandamenti di Dio, ci conferma da un punto di vista cristiano, che essi sono tutti volti a controllare e a limitare lo spirito di vendetta delle persone, affinché vengano promosse sempre iniziative di ascolto e di tolleranza nella prospettiva di alimentare comportamenti retti, relazioni di giustizia e di pace nella convivenza sociale, cercando sempre l’equità tra il ricevere e il dare.

In riferimento a questo tema don Tonino Bello usava dire che occorre porsi sulla “rampa del perdono”. Un perdono sempre accordato anche al nemico che non può crescere se non impegnandosi a “collaudare il motore e la carrozzeria della nostra esistenza umana”, perché è solo “su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo e a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce”.



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