Le ferite in Cristo diventano feritoie luminose

Pubblicato: 21/05/2022

Gv. 14, 23-29

Le ferite in Cristo diventano feritoie luminose

In questa domenica ci vengono ancora proposti quelli che sono chiamati  i discorsi di addio di Gesù. E’ molto intensa questa esortazione di Gesù: “non sia turbato il vostro cuore”, si perché Lui ha a cuore ciascuno di noi e affinché non rimaniamo delusi, affinché riceviamo da lui consolazione e conforto

In effetti non potrebbero essere turbati e non dovremmo diradare questi sentimenti che il Signore ha riposto nei nostri cuori perché Gesù è Risorto e con la sua presenza diventa per noi una consolazione certa, un amore che resta perché l’amore resta anche al di là della morte, l’amore di Cristo Risorto viene ad abitare nei nostri cuori, viene a collocarsi, in qualche modo, nel cuore, nel centro della nostra vita. 

Va precisato però che Gesù si manifesta solo a coloro che lo cercano con cuore sincero, non si rivela al mondo in maniera spettacolare, non  a chi gli è ostile o pretenderebbe di manipolare persino l’agire stesso di Dio, come hanno fatto in tanti con Lui. Per citare solo un episodio vale la pena ricordare l‘atteggiamento degli uomini della legge e del Tempio che sotto la croce lo hanno provocato affinché si rivelasse anzitempo: “Se tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, scendi dalla croce e salva te stesso”!  

E’ evidente la mancanza di Fede e di Amore non solo nelle parole indirizzategli ma anche nella presunzione di influire nel compimento della storia di salvezza e nel tono aggressivo usato, non certo amorevole e fiducioso.  

Per avere una manifestazione spirituale di Gesù occorre amarlo. Tutti dovremmo impegnarci in questo senso è per questo fine. 

Gesù deve raggiungere il Padre e rimanere alla Sua destra, per questo se ne va e senz’ ansia lascia che la stessa comunità continui a testimoniarlo con una vita di fede autentica, una vita fraterna, in modo che quella piccola comunità ritrovatasi sotto la croce e nel cenacolo con quel nucleo originario possa espandersi proprio in ossequio a quel sentimento, quel comandamento trasmesso, perché possa dilagare nei cuori, possa diffondersi attraverso le sue ferite. 

Sì, le ferite sono determinanti, come più volte è capitato di dire le ferite restano sempre e diventano come don Tonino Bello usava dire: le “feritoie”, finestre strette attraverso le quali poter guardare la speranza per il mondo. La condizione però che io accolga la Sua Parola, la osservi  è che la custodisca nel mio cuore affinché diventi l’unica luce che illumina il mio cammino in questo modo. L’amore di Dio rimarrà per sempre nel mio cuore e io sarò un testimone fedele anche attraverso le opere che compirò. 

Gesù ci indirizza oggi altre due parole che dovremmo accogliere con fede: una è la promessa, verrà lo Spirito Santo; l’altra è una realtà: “vi do la mia pace”

Verrà lo Spirito, vi insegnerà, vi riporterà nel cuore tutto quello che io vi ho detto. Riporterà alla mente e soprattutto al cuore i gesti e le parole di Gesù; tutto l’amore donato quando passava e guariva la vita e diceva parole di che nessuno mai aveva detto prima. 

Ma non basta, lo Spirito  apre il cuore alla creatività e infonde coraggio  e nuovo vigore in chi lo riceve, uno spazio nuovo di conquiste e di scoperte: “vi insegnerà” nuove parole, nuove lingue, nuovi modi di affrontare la realtà. Sarà la memoria accesa come da un fuoco vivo che spingerà ognuno di noi a riscaldare a sua volta il cuore di tanti. Sarò il ricordo e la memoria spirituale di ciò che è accaduto in quei giorni irripetibili e insieme sarà la genialità acquisita dall’azione dello Spirito in noi, a darci la forza e la gioia di dare a tutti risposte libere e inedite, per oggi e per domani. 

E poi la Parola più consolante:Vi lascio la pace, vi dono la mia pace”. Non si tratta di un augurio, ma un annuncio, al presente: la pace “è” già qui, è già donata, oramai con la mia presenza nuova – ci dice Gesù - siete in pace con Dio, con gli uomini e con voi stessi. 
Scende la pace, piove la pace sui cuori e sulle menti di tutti. La Pace che viene dall’alto attende di essere accolta vissuta e donata ancora affinché non vi siano più guerre

La Sua presenza è pace. Un dono trascendentale continuamente tradito, continuamente riadattato, reinterpretato, manipolato, travisato e trasformato in quella pace che non è pace perché non  si può comprare e non si può vendere. 

La Pace di Cristo è un dono e una conquista paziente e  prevede un lavoro “artigianale e minuzioso”. “Non come la dà il mondo, io  la do a voi”. E’ diversa perché il mondo cerca la pace come assenza di guerre, tutela dei propri interessi in un  equilibrio di paure oppure come conseguenza della vittoria del più forte; disattenta ai diritti dell’altro, e anzi protesa piuttosto a strappare sempre più spazi di libertà e di giustizia ai più deboli. 

La vera pace è lo  Shalom che vuol dire pienezza amore inclusivo e indifferenziato.

don Alfonso GIORGIO

 

 



Ultimi Video


Vedi tutti i video »

Clicca sul Banner in basso e guarda il video

Inquadra il codice qr e sostienici!

Oltre le barriere - 2k24 -

è un progetto de

L'Albero Verde della Vita

_____________________________

 

_______________________

DOMUS SAPIENTIAE - Collana Testi

(Liber I)

(Liber II)

(Liber III)

______________________