La vera "Ricchezza" è in uno sguardo di amore eterno

Pubblicato: 09/10/2021

(Marco 19,17-30)

La vera "Ricchezza" è in uno sguardo di amore eterno

“Cosa devo fare per avere la vita eterna?” Partiamo da questo interrogativo che il “tale” citato dal vangelo rivolge a Gesù. Senza ancora entrare nel merito, si può già affermare che il modo stesso con cui viene rivolta la domanda tradisce un certo modo di pensare la vita, un certo stile di vita. Si parte dal “fare”, si vuole fare qualche cosa, si vuole agire, operare, ecc.; peraltro, se vogliamo, in senso generale, quello del fare è un aspetto importante nelle relazioni umane ma, in questo caso, nel rapporto con Dio è diverso.

Non si può trovare la felicità nelle cose materiali, semplicemente facendo delle cose, ma piuttosto nell'“essere”. A livello del “fare” è sottesa la logica della conquista o dell'acquisto o del possesso. In effetti quel tale, giovane o adulto era ricco, possedeva molte cose anche se in fondo era un buon uomo che voleva fare il meglio possibile. Il problema sta proprio nell’essere, che passa per l’osservanza dei comandamenti. Ed è questo che Gesù gli dice: “se vuoi entrare nel Regno devi osservare i comandamenti”.

Non si tratta di “fare” ma di “essere”, di vivere secondo uno stile nuovo di vita, uno stile all'insegna della pace e della gioia del cuore; all'insegna dell'amore verso Dio e verso il prossimo. Ma il tale di cui non si conosce il nome – forse proprio perché la sua identità coincide con il suo status di ricco e non altro - aveva il cuore chiuso nei suoi forzieri; il suo tesoro era lì, tra i suoi beni, nei suoi averi, nel suo modo di fare, nel suo modo di agire e di vivere la vita fondandola su una irrinunciabile sicurezza economica ed un diffuso benessere fisico e morale.  

In quel momento preciso avrebbe potuto dare una svolta alla sua vita invece si mostra troppo legato a quelle cose, incapace di scegliere e quindi di lasciare. Perché scegliere significa in qualche modo lasciare e comporta uno stacco, una rinuncia. Quando si fanno delle scelte bisogna sempre rinunciare a qualche cosa….. e se poi se si tratta di una scelta fondamentale per la vita, allora si deve rinunciare a qualcosa di importante o quantomeno qualcosa che fino a quel momento sembrava importante; ragion per cui è la libertà che dovrebbe muovere una scelta.

Uomo libero non è colui che svincolato da ogni cosa si sente autonomo e pieno di sé e del proprio “ego”, ma piuttosto colui che invece si aggrappa a qualcosa di importante e determinante per la sua stessa vita.  In questo caso è a Cristo che ci si dovrebbe aggrappare, è a Lui che dovremmo aggrapparci tutti se vogliamo libertà e pace nel cuore.

Gesù fissa lo sguardo su quel tale. Il vangelo dice che “fissatolo lo amò” e lo amò, davvero, sinceramente, perché il Signore è così con noi, ci ama così come siamo, nonostante le nostre fragilità, conosce le nostre “ricchezze”, conosce le nostre povertà, ma noi dobbiamo essere disposti ad amare di più per essere suoi seguaci e soprattutto amare come Lui ci ama, in maniera incondizionata.

Si può amare come Gesù ma bisogna alleggerirsi di tutti quei pesi e quegli ostacoli che ci impediscono di amare come Lui. A riguardo, don Tonino Bello dice: “quando si ama si diventa molto poveri perché si può essere feriti quando l'altro non accetta la comunione che gli si vuole offrire”; così ha fatto Gesù. In questo incontro ha offerto qualcosa di veramente prezioso a quel tale: la sua intimità, tanto profonda, tanto forte che, nella vita  non si avrebbe bisogno di altro  - afferma  don Tonino Bello -  ma, ciononostante il ricco, nella sua libertà, si è sottratto allo sguardo di Gesù che gli offriva un tesoro ben più importante. Non ci capiti mai di sottrarci allo sguardo di Cristo che ci vuole offrire quel tesoro prezioso che è la vita eterna. 

don Alfonso GIORGIO 



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