La speranza attraversa la porta di ogni cuore

Pubblicato: 12/04/2025
La speranza attraversa la porta di ogni cuore

Inizia solennemente la settimana Santa con la Domenica delle Palme o Domenica della Passione. Come sappiamo questa Domenica conserva il carattere della luminosità, della bellezza, della gioiosità, a motivo dell’ingresso che Gesù fa a Gerusalemme e del suo incontro diretto  con la folla. In Piazza San Pietro quest’anno è sempre gioia, folle continue si apprestano ad entrare e varcare la Porta Santa. Così come è accaduto a Gerusalemme Gesù ha varcato quella porta, per così dire la prima Porta Santa, la porta di Gerusalemme, oggi ritenuta Santa da tutte le religioni monoteiste presenti nella città santa.  

Secondo una tradizione ebraica, la Shekhinah (שכינה, cioè la «presenza divina») si manifestava attraverso questa porta e si manifesterà ancora in occasione dell’avvento del Messia che gli ebrei stanno ancora aspettando (Ez 44:1-3), e in quella circostanza una nuova porta rimpiazzerà l’attuale; questo è il motivo per cui gli Ebrei sono soliti pregare e chiedere misericordia in questo luogo, da cui il nome anche di Porta della Misericordia. In alcuni testi della letteratura cristiana apocrifa, è riportato che Gesù abbia varcato questa porta proprio nel suo trionfale ingresso in città. In tempi antichi, era denominata la Porta Bella. In arabo è nota come Porta della Vita Eterna, ecco perchè anche i musulmani la ritengono Porta Santa.

Ebbene Gesù attraversò quella porta a cavallo di un asinello, così come era stato previsto dalle Scritture: “Ecco viene a te il tuo re, giusto, vittorioso, umile, cavalca un asino… Farà sparire il carro da guerra e il cavallo, e l’arco da guerra sarà spezzato. (Zaccaria, 9, 9-10)”. Incede il nostro Re con umiltà e semplicità, sembra solo un uomo ma è Dio e viene in mezzo a noi per prendersi cura di ogni persona, soprattutto dei più poveri, dei più emarginati.

La  gioia a Gerusalemme è dirompente, c’è un grande osannare della folla, si ode da ogni parte il fruscio delle palme che vengono fatte ondeggiare.

Questo rito nella domenica della Palme si ripete in ogni angolo della terra perché Gesù entra in ogni luogo e in ogni cuore. Tutti noi oggi possiamo vivere insieme la gioia dell’incontro col Signore perché come diceva il prossimo Santo Carlo Acutis: “Basta andare nella chiesa più vicina a dove abitiamo: Gerusalemme l’abbiamo sotto casa! Gerusalemme è sotto casa”.

E’ una giornata di gioia e di pace ma anche di consapevolezza del dono altissimo che il Signore fa di sé per la nostra salvezza ed è per questo che la Chiesa ci invita a rievocare anche la Passione di Gesù, quindi a considerare i motivi per cui tutto questo accade, il perché di questa luce, di questo passaggio, il motivo per cui Gesù vuole intraprendere questo cammino, che se da un lato infonde gioia e speranza e ci dà coraggio preparando i cuori, dall’altro è caratterizzato dalla consapevolezza che Gesù poi salirà sulla quella croce che da patibolo diventerà segno di salvezza eterna.

In questo giorno solenne per la Chiesa e per tutti i credenti non dovremmo limitarci semplicemente a compiere un’azione cultuale, fermandoci al segno esterno delle palme e basta. Non è sufficiente, perché dovremmo sforzarci di vivere nella vita quel dono ricevuto, impegnandoci in prima persona ad essere segno di comunione e di amore; il nostro sguardo dovrebbe infondere speranza, dovrebbe rivelare quella gioia che scaturisce dalla consapevolezza di essere stati salvati da Cristo sulla croce; recando il ramoscello di ulivo nelle mani dovremmo portarci agli altri con mitezza e bontà per essere segno e strumento della vera pace che viene dal cuore di Cristo. In questo anno santo anche noi passiamo attraverso quella porta che salva affinché sia Cristo stesso a cambiare ciascuno di noi. Come affermava don Tonino Bello, “i giovani possono essere un segno di speranza”, possono essere certamente “il cambiamento che ci attende, che ci attendiamo nel mondo….”

Le palme che saranno benedette e che recherete sulle mani, possono diventare per voi l’occasione per incontrare altri e portarvi e portare agli altri questo segno di pace, di rinnovamento, di gioia nel mondo.

don Alfonso GIORGIO



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