La rivoluzione di Maria

Pubblicato: 15/08/2023

Lc 11,27-28

La rivoluzione di Maria

Il Vangelo di Luca scelto per celebrare la festa dell’assunzione dell’Amata Maria Vergine al cielo ci rimanda a quello che è l’episodio della visitazione di Maria ad Elisabetta che vede una donna poco più che adolescente rivolgersi a Dio con uno stupendo tripudio di parole bibliche scelte per ringraziare e lodare le meraviglie da Lui operate. E’ un inno straordinario che nel villaggio ove si fa la commemorazione di questo evento viene cantato in tutte le lingue dai pellegrini che vi si avvicendano.

Si tratta del famoso Cantico del Magnificat, un inno, per certi versi rivoluzionario così come a volte sono i giovani nelle loro scelte di vita. Vale la pena soffermarsi su questo testo meraviglioso, prima di tutto per sfatare quella tendenza mielosa che a volte circonda la venerazione per Maria e poi per ricordarci che dobbiamo puntare in alto. Si, non abbiamo una ragazza dolce e mite soltanto ma una donna di fede, una donna forte convinta del cambiamento che Gesù è venuto ad apportare sulla terra. Una teologia mariana feconda non può non tener conto di questo testo che potremmo definire “programmatico” per un approccio non neutrale alla persona di Maria.

Maria, la madre del Signore e la madre nostra non è assolutamente neutrale proprio perché declama un cantico che risulta essere una “bomba” ad innesco immediato. In maniera decisa canta parole nuove e ci fa rendere conto di tutto quello che deve avvenire con la venuta di Gesù sulla terra. A riguardo don Tonino, Bello affermava: Maria è una che “prende posizione, senza ambiguità e senza mezze misure”. La parte però che sceglie e che vuole attestarsi “non è il fortilizio delle rivendicazioni di classe e neppure la trincea degli interessi di un gruppo, ma il terreno, l’unico dove lei spera che un giorno, ricomposti i conflitti, tutti i suoi figli, ex oppressi ed ex oppressori ridiventando fratelli possono trovare finalmente la loro liberazione”.

Il Magnificat è il vangelo di Maria, la sua benedizione accolta e vissuta con Elisabetta, la sua bella notizia che raggiunge tutte le generazioni. Per dieci volte ripete: che l’iniziativa è di Dio perché è Lui che ha guardato, è Lui che fa grandi cose, che ha dispiegato, che ha disperso, che ha rovesciato, che ha innalzato, che ha ricolmato, che ha rimandato, che ha soccorso, che si è ricordato....è Lui, per dieci volte. Dio è il protagonista, lei è solo una giovane scelta che collabora nel piano di Dio. Quanta umiltà in questa ragazza! Un grande insegnamento da tenere presente soprattutto nelle incresciose iniziative autoreferenziali.

Il canto di Maria in questo giorno speciale è un inno alla liberazione di oppressi e degli oppressori, è l’inno dei ricchi che vanno a mani vuote e dei poveri che godono della benevolenza di Dio. Questo rovesciamento dei potenti dai troni e innalzamento degli umili comporta poi questa riconciliazione finale tra poveri e ricchi, forti e deboli, oppressi ed oppressori.  Questo è il desiderio di Maria che ascende al cielo. Noi allora, guardando a Maria e comprendendo il mistero di questa liturgia solenne, che ci rimanda alla Sua assunzione al cielo, capiamo la necessità  per noi stessi di guardare in alto, cioè di avere uno sguardo più largo, più ampio, più spirituale sulle cose della vita per andare oltre le beghe, i conflitti, gli interessi di parte e guardare in alto insieme a Maria, che ci precede nel cammino della Fede.

Guardare verso il cielo significa capire, fino in fondo, che siamo fatti per vivere sempre, siamo fatti per l’eternità. Mentre il mondo ci aliena illudendoci con proposte solo orizzontali per cui la vita deve essere vissuta solo in un tempo e in uno spazio definiti o predefiniti, ove tutto è materialismo, soddisfacimento dei bisogni, apparenza, immagine, godimento effimero, magari senz’amore, Maria nella sua infinita dolcezza e fermezza spirituale ci dice che dobbiamo imparare a guardar in Alto e vivere tutto nella prospettiva della bellezza senza fine.

Non moriremo mai in senso spirituale perché anche noi parteciperemo della gloria di Dio, se saremo fedeli al Vangelo, se saremo fedeli a Dio, se lo ameremo veramente fino in fondo. L’Assunzione allora ci invita proprio a guardare oltre e a fare questo salto di qualità in senso umano, cristiano, un salto di fede che ci rende veri, diversi gioiosi.

don Alfonso GIORGIO



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