Il Vangelo è l’unica nostra Speranza, sorgente del Vero Amore

Pubblicato: 30/10/2021

(Mc 12, 28-34)

Il Vangelo è l’unica nostra Speranza, sorgente del Vero Amore

“Qual è il più grande dei comandamenti?” così comincia la conversazione dello scriba con Gesù. Per noi può sembrare un interrogativo scontato: chiedere quale sia il più grande dei comandamenti. Ci riuscirebbe facile rispondere almeno su un piano teorico, ma tante volte, presi come siamo anche noi,  da mille cose, tante occupazioni, con  una scaletta densa di impegni e di doveri, ci si può perdere e disperdere in tanti rivoli. Allora, di tanto in tanto, chiedersi cosa sia veramente essenziale, cosa conta veramente nella vita, diventa fondamentale. Nella vita quello che conta di fatto è amare. 

Gesù rimanda lo scriba allo Shemà Israel (ascolta Israele): “ascolta”. Del resto se non ci si mette in atteggiamento ricettivo che comincia proprio dall’ascolto, oggi è difficile dialogare, accogliere l’altro. Nel nostro tempo, al contrario, si vuole parlare e parlare, anche in maniera ridondante e spropositata. Ci si vuole imporre sugli altri, magari facendo a gara a chi grida di più.

Il Signore, invece, ci chiede di metterci in atteggiamento di ascolto. E’ l’ascolto di Israele, l’ascolto del vero credente che alimenta la propria fede ascoltando la Parola di Dio e le istanze dei fratelli e sorelle che gli sono accanto. Solo nell’ascolto sereno e rispettoso dell’altro e, soprattutto, nell’ascolto di Dio e della Sua Parola possiamo fare l’esperienza dell’amore. Ascoltando ed essendo ascoltati ci si sente amati e si ama  a sua volta. L’ascolto è l’inizio di un processo nuovo che innesca un dinamismo di rispetto, di attenzione e disponibilità, segno di quella esigenza insopprimibile di amore. Noi per natura siamo capaci di ascoltare e di amare, di essere ascoltati  e di essere amati, perché ciascuno di noi desidera, nel proprio cuore di essere amato ed a sua volta di amare.

Quando noi ascoltiamo con sincerità, con pazienza e con gioia tutto cambia nella nostra vita.

Quando c’è la gioia di ascoltare il Signore che ci parla, allora siano capaci a nostra volta di amare come Lui ci ama. Gesù non ha avuto soltanto il merito di aver messo insieme la dimensione verticale con quella orizzontale: amore verso Dio e amore verso il prossimo, ma soprattutto è riuscito anche a farci capire quanto sia importante mettersi in atteggiamento di ascolto, con un atteggiamento ricettivo. Infatti non dobbiamo solo “dare”, dobbiamo anche “ricevere” ed è in questa reciprocità che si gioca l’essenzialità di una vita spirituale profonda, di una vita più perfettamente cristiana. Questo e soprattutto questo il Signore ci chiede: tener conto del vangelo e delle sue istanze.

Mi ricordo, a riguardo, quando don Tonino Bello ci raccontò di una sua visita nelle favelas e di quando incontrò una bambina di nome Milagro. Ci disse che era lì per strada e che gli prese la mano per condurlo nella sua baracca, dove c’era la sua  mamma. Don Tonino rimase colpito da un dettaglio importante: in un angolino, di quell’unico ambiente, vide che c’era il vangelo aperto. Incuriosito chiese delucidazioni e si disse contento di quella attenzione alla Parola del Signore e la donna  confermando gli disse: “il vangelo è l’unica nostra speranza, è l’unica nostra salvezza per noi che siamo poveri, è l’unico pane”. Una risposta da persona credente che sente di essere amata da Dio anche nella povertà e nei pericoli. Potrebbe essere questo l’augurio  per tutti noi: non rinunciare mai ad un “pane” importante per l’anima. Non manchi mai il vangelo, non manchi mai l’ascolto della Parola di Dio nelle nostre case, perché è da lì che si impara ad amare veramente.

don Alfonso GIORGIO

 

 



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