I nostri nomi sono scritti nel cavo della mano di Dio

Pubblicato: 01/11/2021

(Mt. 5,1-12)

I nostri nomi sono scritti nel cavo della mano di Dio

E’ la festa di tutti i Santi e la liturgia ci propone la stupenda pagina delle “Beatitudini”. E’ un discorso di Gesù che conosciamo un po’ tutti ed in un certo senso può costituire quasi  la sintesi di tutto il messaggio cristiano. Si parla di beati appunto di santi. Ma questo non deve farci pensare che la beatitudine sia una esclusiva di pochi perché tutti siamo chiamati alla santità. Va considerata una cosa però: il punto di partenza dalla nostra felicità sta nel pianto. Sembra una forzatura ma è così perché proprio quando piangiamo riconosciamo i nostri limiti e tutto ciò che ci opprime, ci discrimina, ci aliena, ci tiene fuori dai contesti sociali.

Le beatitudini sono il cuore nuovo che Gesù pone in quell’uomo nuovo sognato da sempre, da tutti i patriarchi ed i profeti del passato e del presente. Sono rivelazione del volto di Gesù che si è fatto povero e mendicante per amore. E’ lui il Beato che ci rende beati, perché se Dio è povero, se Dio è mite ed umile, allora è bello essere poveri, umili e miti come Lui. Se Dio ha un cuore così grande da perdonare sempre, anche i nemici, allora anche noi dobbiamo imparare da Lui che è “mite e umile di cuore”. La pace è la conseguenza di un Amore senza misura che spezza le catene dell’oppressione e della violenza, immettendo nel mondo la gioia del perdono e della riconciliazione.

Penso alle persone con disabilità che molte volte sono discriminate e proprio a  motivo della diversità sono tenute ai margini. Quanta sofferenza...Nel mio ministero di presbitero assistente spirituale del movimento apostolico ciechi mi capita molto spesso di incontrare persone con disabilità visiva o disabilità plurima che si sentono abbandonate e dimenticate dalla società.  Vi  è tanta sofferenza e tante lacrime. La speranza cresce quando comprendiamo la promessa di Gesù che ci rassicura che  quelle lacrime saranno asciugate e coloro che piangono “saranno consolati”. Il punto di partenza dunque sta nel pianto, nel riconoscimento e nella accettazione dei propri limiti, anche della propria disabilità. A riguardo devo dire che la nostra associazione, Mac, si impegna tantissimo attivando processi di sostegno a tutti coloro che si accostano a questa realtà, affinché, innanzitutto accettino la propria situazione. Infatti è nella serena accettazione di sé, delle proprie disabilità, dei propri limiti, anche spirituali e delle sofferenze morali che troviamo, poi, la capacità di rialzarci.

Le Beatitudini ci ricordano che Dio è con noi e non ci abbandona se lo riconosciamo anche attraverso l’opera dei beati dei santi e di quanti credono in Lui e lo amano.

I Santi in fondo chi sono? Non sono dei superman, sono semplicemente delle persone che riconoscono i propri limiti e li accettano, li superano cioè riescono a superare le proprie fragilità, ad attraversare la propria vita ed a darle un senso nuovo. Questa è la beatitudine. Dare un senso nuovo alla vita. Molte volte si vive da frustrati, si pensa ad una vita che potrebbe essere, ad una situazione migliore, si vorrebbe uscire da quella impasse, si vorrebbe cambiare, si vorrebbe qualcosa di meglio quando, invece è proprio lì dove sono che il Signore ci ha mandato.

E’ lì dove sei che il Signore ti rende felice, se vuoi, se riesci ad accettare quella situazione e a superarla, nel nome di Gesù appunto. Questo è il punto: tutto cambia  se quella situazione la superi nel Suo santo nome. Don Tonino Bello in riferimento alle Beatitudini  diceva: sono quelle realtà in cui immaginiamo il già e il non ancora, il pienamente vissuto ma non ancora pienamente  attuato. Si tratta di quella Pasqua che ancora non si attua e  che si attuerà in futuro. Poi, circa i beati dice: se tutti si sono dimenticati di voi il Signore no! Anzi il vostro nome, il Signore, l’ha scritto “nel cavo della sua mano”. Bellissima espressione.

Amo pensare anch’io al Signore che, attraverso questa bellissima pagina delle Beatitudini, ci rassicura che i nostri nomi sono scritti nelle palme delle Sue mani e che non si dimentica di noi, soprattutto di chi tra noi è più svantaggiato. 

don Alfonso GIORGIO



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