Uncontacted

Pubblicato: 15/04/2025

di

Andrea Ciulu

Inaugurazione martedì 15 aprile ore 18,30

STUDIO G

Uncontacted

Martedì 15 aprile alle ore 18,30 inaugurerà a StudioG, dell’architetto Giada Calcagno (via Giovanni Branca 11), la mostra personale dell’artista Andrea Ciulu dal titolo UNCONTACTED a cura di Giuseppe Stagnitta, in collaborazione con Satyrus Meta Art Domvs, due prestigiose realtà italiane dedicate alla promozione e allo sviluppo della cultura digitale attraverso l’arte, con particolare attenzione alla diffusione degli NFTs e del Web 3.0.

La nuova collezione che Andrea Ciulu presenterà vive di due capitoli: il primo mostra le “tribù” nella loro quotidianità e il secondo capitolo mostra le “tribù” armate. Immagini generate attraverso l’AI che vanno a simulare una visione a “distanza” (che ricorda quella dei droni che spiano dall’alto momenti di vita collettiva) dove l’artista ricrea una sorta di realtà ingannevole in cui la distanza attraverso una falsa prospettiva diventa la cifra stilistica che caratterizza una costruzione dell’immagine impossibile e surreale, in un’atmosfera onirica vertiginosa in bianco e nero che sembra esplorare l’infinito. “Questa scelta stilistica, racconta Andrea, sottolinea la mia prospettiva sulla memoria rappresentata come in una versione intrinsecamente modificata e distorta della realtà, un costrutto che è sia del tutto convincente che fondamentalmente impossibile”.

Le opere potranno essere acquistate sul Marketplace Transient Lab come NFT (non-fungible token), che è un tipo speciale di token e che rappresenta l'atto di proprietà e il certificato di autenticità di un bene unico. Le informazioni della vendita del bene o del servizio nel nostro caso vengono registrate della Blockchain di Ethereum.

Andrea Ciulu, nato a Roma nel 1982, è un artista visivo attivo nel campo della post-fotografia con intelligenza artificiale. Le sue opere sono state esposte a Roma, Parigi, Berlino, San Francisco, Los Angeles, Mexico City. Il lavoro di Ciulu incoraggia gli spettatori a considerare le complessità della memoria, non come una registrazione statica del passato, ma come una narrazione dinamica che viene continuamente riscritta. La memoria non è semplicemente un meccanismo per ricordare eventi passati; è il tessuto stesso che collega gli individui tra loro e al loro passato collettivo, scrive. Gli artisti, nel loro ruolo di scribi dell'umanità, usano i loro mezzi per catturare e comunicare l'essenza delle loro esperienze e osservazioni. Così facendo, si impegnano in un atto di conservazione della memoria, sforzandosi di mantenere una connessione sia con le storie personali che con quelle condivise.

Il mio rapporto con l’AI e il Web 3.0

Ho scoperto l’intelligenza artificiale generativa, come molti, nel 2022, all’epoca del rilascio dei primi modelli text-to-image come DALLE 2 e Midjourney. All’epoca (benché fosse solo tre anni fa) l’idea di generare immagini dal testo sembrava non troppo lontana dalla magia. Ricordo che usando quegli strumenti - che già oggi ci sembrano rudimentali - ho provato la stessa emozione che avevo sentito da ragazzino collegandomi per la prima volta con un modem 56k: una sorta di vertigine, la sensazione di un salto di paradigma. Il primo periodo di scoperta della tecnologia è stato ossessivo, quasi una sorta di “ubriacatura”, come è normale che produca uno strumento creativo dalle possibilità così ampie. Ho impiegato del tempo, e un po’ di disciplina, per restringere il campo delle sperimentazioni e individuare una strada su cui valesse la pena investire tempo.

Creare arte con l’AI non porta molti amici: il pregiudizio contro questi strumenti è ancora fortissimo e io stesso ho sperimentato in prima persona molte delle critiche che generalmente vengono mosse. Lavorando in profondità, però, si capisce meglio cosa significhi “dialogare” con l’intelligenza artificiale, interrogare uno strumento (probabilistico) che attinge a tutta la cultura visiva catalogata negli ultimi trent’anni. La si può usare in modo banale, senz’altro. Non etico, perfino. Si può scegliere di farsi interamente sostituire da essa. Ma la chiave del lavoro artistico con AI è proprio la negoziazione costante del confine tra controllo e casualità, intenzione artistica e scoperta. L’AI non inventa, ma al tempo stesso mette l’artista di fronte a un mondo più ampio del suo con cui fare i conti, e in questo trovo un potenziale espressivo infinito.

Il mio percorso nell’arte AI è anche collegato, evidentemente, al mondo del Web3 e del collezionismo digitale. Un mondo piccolo, più aperto e permeabile, dove personalmente non ho trovato i pregiudizi che ho incontrato altrove rispetto a queste tecnologie. I collector del Web3 hanno abbracciato con entusiasmo le possibilità dell’arte AI, ed è in questo spazio protetto che io ed altri artisti abbiamo avuto la possibilità di crescere, anche grazie a gallerie che si sono dedicate a “proteggere” questo tipo di arte. È un rapporto virtuoso ma come molti sento il bisogno di non renderlo esclusivo: la natura digitale del processo non implica necessariamente che siano digitali la fruizione e il collezionismo. Al contrario, la sfida del passaggio di medium - dal digitale al fisico - è uno stimolo a un utilizzo più rigoroso ed esigente degli strumenti, oltre che un antidoto alla fretta e superficialità che l’intelligenza artificiale può favorire. (Andrea Ciulu)

INGRESSO LIBERO

STUDIO G, via Giovanni Branca, 11, Roma

Ufficio Stampa

Maurizio Quattrini



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