Fotosintesi Itinerante

Pubblicato: 15/05/2022
Fotosintesi Itinerante

Caro Theo come ci si sente ad essere stati insigniti del titolo di Vate, quale emozione?

Cara mia, non lo so non lo so spiegare: già gli amici poeti della Bielorussia mi hanno insignito di questo nobile titolo in Romania, Moldavia quindi hanno riconosciuto diciamo questo poeta indovino, il significato di Vate cioè qualcuno che vede oltre cioè che sente profondamente: il contatto con la propria anima.

In questi anni devo dire che ho avuto delle grandi soddisfazioni dal Sud America ed in quei paesi dell'est tanto che sarebbe mio desiderio costruire dei ponti relazionali; non voglio riflettori su di me. Il messaggio che vorrei divulgare sarebbe quello di costruire, andando avanti insieme ed è qui che emerge la diversità della poesia, il senso del verso diverso: questo gioco di parole che serve  a fare intendere quello che noi vogliamo, un mondo diverso sentimenti diversi, meno caos, meno commercializzazione dei sentimenti. Purtroppo stiamo attraversando un periodo di grande superficialità e questo mi rattrista non poco.

Da lettrice, devo aggiungere che da D'Annunzio in poi l'aggettivo Vate, o Auspice non è stato più usato. Quindi non abbiamo più grandi poeti?

Non credo! Carissima mia non sono né il continuatore dei grandi nomi né il precursore di qualcosa che non conosciamo. I miei componimenti, a volte, vengono considerati enigmatici, ostici, invece sono il risultato di ricerche, ispirazioni, stati d'animo che ho il piacere di condividere e, ripeto, per creare dialoghi. confronti...

Ti confesso che gli introiti delle vendite non mi interessano, li destinerò in beneficenza. Cerco di non vivere di poesia ma del mio lavoro; certamente non mi dispiacerebbe guadagnare e realizzare il mio sogno di comprare una piccola estensione di terra e costruire un luogo a disposizione degli artisti e dell'arte. Costruire qualcosa che sia, per dirla con Schelling, il memorabile eterno.

Ma oggi quanti poeti ci sono?  Credo che ce ne siano tanti che si professano tali, tu cosa pensi?

Guarda, ognuno ha l'esigenza di dire qualcosa; che ben vengano: l'importante è non credersi gli unici migliori. 

Non cercare a tutti i costi i riflettori di una sera per sentirsi chissà chi. Amo ripetermi: costruire appunto delle congiunzioni che possano far passare la lingua della poesia, che è una lingua internazionale, universale; con la grammatica del cuore si possono creare veramente dei passaggi dove ognuno può trasportare il proprio dire ed il proprio fare.

Nelle tue opere c'è molto simbolismo e sintesi di varie culture che si incontrano in modo armonioso e surreale, perché proprio questa scelta di stile?

Ma..non è una scelta, scegliere è un verbo che detesto, cerco e lo dico come diceva Battiato, di creare dei distillati, una sintesi di creazioni che si esprimono con tutto ciò che si ricerca e poi ognuno trova la propria interpretazione attraverso il proprio linguaggio.

Questa serata è stata molto inclusiva, ha dato un messaggio che è stato piacevolmente accolto dalla folta platea intervenuta: tornerai nuovamente a Roma a presentare il tuo prossimo libro?

Ma sicuramente voglio ritornare E se mi invitano vado. Ho veramente vissuto un momento indimenticabile perché ha ricucito qualcosa di sospeso, ho incontrato delle persone stupende, tutto il resto ha poca rilevanza di fronte all'autenticità del dialogo.

Dr.ssa Mariagrazia MAZZARACO

 



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