Affàscinu e Malocchio: tra credenze, folklore e rituali pagani.

Pubblicato: 01/12/2023

Tradizione, folklore, magia pagana e religione, si fondono indissolubilmente in una consuetudine popolare, dai più conosciuta come la pratica dell’ affàscinu; rituale questo, finalizzato a scacciare il malocchio, che affonda le sue radici in un passato remoto ed è ancora vivo nella culture e tradizioni del Sud Italia.

Affàscinu e Malocchio: tra credenze, folklore e rituali pagani.

L’origine etimologica di 'affàscinu', seppure ne trattano nei loro testi anche gli storici greci, verosimilmente, è riconducibile ad un ‘dire dialettale’ del temine catalano ‘fascinar’ che significa malia, affatturare; questa pratica, ancora in uso, invece, è facilmente rintracciabile in diverse zone della Calabria, Puglia e Sicilia.

Una locuzione legata alla pratica è quella del  - fòr’affàscinu -, utilizzata quando si vuole fare un complimento, per esempio ad un neonato, in modo da fare degli apprezzamenti, allontanando, nello stesso tempo, qualsiasi inconscio sentimento di invidia o malocchio.

Altra consuetudine, adottata per allontanare il malocchio, è quella del ‘cuntraffàscinu’ che si realizza, cucendo all' interno di un capo di abbigliamento, solitamente il rovescio-giacca, o semplicemente portandola in tasca, una ‘burza’ (piccola sacca di stoffa contenente del sale e delle immagini sacre) che garantisce, per chi la indossa, una sorta di protezione dalle ‘jettature’.

Il termine ‘affàscinatu’ quindi, indica colui che diventa oggetto di invidia, con un intento negativo o malevolo, da parte di altre persone. Il soggetto in questione, una volta preso 'ad occhio', inizia a sbadigliare, ad accusare un forte mal di testa, dolori intestinali e/o muscolari, debolezza, infezioni oculari, febbre, nausea e stanchezza. L’energia negativa di una persona invidiosa infatti, può causare, se energeticamente forte, oltre sintomi fisici non correlati a una malattia specifica, anche problemi personali, familiari o professionali, senza alcuna causa apparente.

A questo punto si può decidere di intervenire, con un farmaco analgesico o, secondo tradizione, con lo ‘sfàscinu’. Infatti, sono in molti quelli che, ancora oggi, quando avvertono questa sintomatologia, decidono di rivolgersi per lo più a donne anziane, per farsi togliere questa forma di malocchio.

Questa pratica, che fonda le sue radici nei medicamenti della magia naturale dal fascino fiabesco e folkloristico medievale, come dall’effetto placebo, coinvolge in tanti e per i motivi più svariati, che spaziano da sentimenti legati ad un profondo sentire religioso, fino ad aspetti più ‘magico-superstiziosi’, figli delle tradizioni rurali dei ‘pagi’.

Il rituale dello 'sfàscinu' è articolato e per molti aspetti ignoto ai più. Le fasi dello stesso si ripetono in modo metodico e nella massima segretezza; infatti consuetudine e regole religiose, dettano che la pratica possa essere svelata solo nelle feste comandate quali Pasqua o Natale, ed esclusivamente ‘da bocca ad orecchio’.

In sintesi, La ‘mammarra’, non appena viene contattata, inizia a recitare sottovoce un’insieme di preghiere (per lo più Padre Nostro ed Ave Maria), accompagnate da una lacrimazione crescente e da un numero indefinito di sbadigli. La stessa, a seconda dell’intensità e del ripetersi dei fenomeni, riesce ad identificare sesso e numero dei fautori del malocchio, allontanandone così gli effetti negativi; e spesso, per rendere più efficace l'effetto della pratica, accompagna la recita delle preghiere, con un altro rituale consistente nel versare in un pentolino acqua e sale, su cui viene più volte fatto il segno della croce. Una volta raggiunta l'ebollizione, la miscela di acqua e sale verrà buttata in un punto particolare cioè quello in cui più strade si intersecano formando una croce (u’crucivia).

Non tutti sanno però, che oltre le ritualità che vengono eseguite nel vostro nome da terze persone, in alcune tradizioni arcaiche (anche straniere), ne esistono altre che si eseguono personalmente. Per esempio, si può eseguire il rituale dell’olio o il metodo del carbone. Questo metodo viene utilizzato in diversi paesi dell'Europa. Basta versare un pezzo di carbone in una pentola d’acqua; se il pezzo del carbone affonda, è un buon segno mentre se fluttua significa che una persona o un bambino è stato colpito dal malocchio. Si Può eseguire, inoltre, il metodo con la cera. Basterà far gocciolare la cera calda di una candela bianca in un piattino contenente dell'acqua benedetta; se si verificano degli schizzi, significa che si è in oggetto di malocchio. Ma tra i tanti ‘personali’, quello più completo e particolarmente energetico-spirituale, è quello dell’uovo, che si può svolgere solo ogni martedì o venerdì.

Come e cosa occorre per officiarlo secondo la tradizione

- tratto da Domus Sapientiae -

Occorrenze rituali:

  • Un uovo con il guscio bianco (dimensioni medio/grandi).

  • Un bicchiere di vetro trasparente con acqua da 30 ml. (senza alcuna incisione o stampa).

  • Sale marino fino (q.b.).

  • Fazzoletto di stoffa (no raso, no seta) o panno bianco di stoffa (no raso, no seta), largo q.b.

  • Asciugamano od accappatoio bianchi (no raso, no seta)

Alla sera del lunedì, durante la cena, non si consumi carne; si preferisca un’alimentazione vegetariana o di pesce e prima di andare a dormire, si recitino un 'Padre Nostro', un 'Credo' ed un 'Mea Culpa' (Atto di dolore). Al martedì, durante tutta la giornata, non si consumino ne zuccheri, ne carni, ne alcolici; si preferisca una dieta esclusivamente vegetariana.

Alla sera del martedì, a sole completamente calato, si possono iniziare le operazioni rituali.

Si inizi bevendo tre sorsi si acqua amara (ci si metta un pizzico di sale dentro e ci si sprema un limone) e si reciti (i passi in grassetto tra le parentesi tonde) del Salmo 51 - ‘il Miserere’.

Il Salmo 51 inizia con l’invocare l’azione liberatrice e misericordiosa del perdono di Dio, espressa con i seguenti verbi:

«cancellare» (Pietà di me, o Dio, nel tuo amore, nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità: v. 3). Si tratta di una cancellazione definitiva, come si fa per un debito rimesso.

«lavare» (Lavami tutto dalla mia colpa: v. 4a); qui il salmista fa ovviamente allusione ad un lavaggio interiore, profondo, che solo l’azione della grazia sa operare.

«rendere puri» (dal mio peccato rendimi puro: v. 4b); è una purificazione simile a quella che si realizza quando, dopo una malattia che ha intaccato la carne, quest’ultima, guarita, riprende la sua freschezza. Il peccatore, reso puro del suo peccato, è totalmente rinnovato.

Questa prima recitazione, serve ad allontanare quelle che sono le scorie energetiche ‘personali’ accumulate. Quindi, si recitino ‘le confessioni’ con i vv.: 7 (Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre), 8a (Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo). 8b (nel segreto del cuore mi insegni la sapienza); a seguire, ‘le suppliche’ con i vv. 9b (Lavami e sarò più bianco della neve), 12 (Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo), poi un Padre Nostro’, e un ‘Mea culpa’ (Atto di dolore).

Una volta terminata questa seconda recitazione, ci si farà la doccia. Una volta terminata la doccia ed asciugati, si resti svestiti e si prendano il sale e l’uovo; con il sale si disegni un cerchio a terra che vi circondi (lo si può tracciare anche direttamente nel piatto doccia o sul pavimento) e dal quale non si deve uscire fino al termine della fase successiva; pertanto, con l’uovo che si era preso precedentemente (nel frattempo tenuto in una mano), rimanendo all'interno del cerchio, lo si faccia passare, per sfioramento a contatto, lungo tutto il corpo – dalla testa ai piedi -, quindi si potrà uscire dal cerchio. Poggiate l’uovo sul panno, lavate via (o pulite) il cerchio di sale e rivestitevi. Poi, si prenda il bicchiere riempito con l’acqua e ci si aggiungano tre pizzichi di sale (presi con pollice, indice e medio), si attenda che si diluisca,  si spacchi l’uovo e lo si accomodi nell’acqua con tutto l’albume.  Trascorso un minuto, si osservi bene la forma che appare, a seconda del suo aspetto, si potrebbe determinare:

  1. Se si osservano molte bolle che salgono sulla cima dell’acqua: significa che si ha accumulato troppa energia negativa nel proprio corpo e che sta cercando di uscire in qualche modo e deve essere consumata.

  2. Se si osservano delle macchie rosse nel tuorlo dell’uovo: significa una probabile malattia.

  3. Se si osserva la pareidolia ed il volto che assume la forma dell’uovo, assomiglia a quella di una persona conosciuta: significa che è proprio quel soggetto che potrebbe aver fatto una fascinazione.

  4. Se si osservano delle righe che assomigliano a dei fili o degli aghi: significa che si è oggetto di invidia di una o più persone.

  5. Se si osservano molte bolle: questo è un chiaro segno di malocchio. È anche possibile, in questo caso, che si osservino bolle a forma di punte come se l’uovo si stesse riscaldando all’interno dell’acqua.

  6. Se si osserva che il tuorlo galleggia: di solito si può vedere il tuorlo scendere fino sul fondo del bicchiere, ma se il tuorlo rimane fluttuante, significa che qualcuno ha fatto una fascinazione negativa e malevola intenzionale.

  7. Se si osserva che il tuorlo non ha una forma ben definita, probabilmente la problematica non è di carattere energetico ma fisico; al ciò, se dopo una mezz’ora, si avverte che alcuni dolori localizzati, sembra come si stessero alleviando senza motivo, si divida l’uovo e se questi si distribuisce nell’acqua, è indice che i dolori sono frutto di stress fisico. A questo punto, se i dolori sono localizzati in articolazioni, muscoli delle braccia, gambe, piedi, si immergano delle strisce di garza nel bicchiere (mescolerete con un cucchiaio l’uovo rotto), le s'impregnino della ‘mescolanza’ e le si avvolgano attorno alla parte interessata per un’ora; questo dovrebbe alleviare di molto il dolore e toglierne l’affaticamento – muscolare od articolare che sia –.

Terminata anche questa fase, il rituale si concluda con un ringraziamento, recitando i seguenti versetti de ‘Il Ringraziamento’ del Salmo 51 (vv. 15.17): («Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. (…) Signore Dio, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode»), e recitando un 'Padre Nostro', compiendo durante la preghiera tre 'segni della croce'.

Questa ritualità, che commistiona preghiere ad atti di magia naturale, così come sopra descritta, è molto potente e permette di aprire e liberare i canali energetici personali, portare nuove opportunità e liberarsi da diverse forme di fascinazione e malocchio. Questo rituale, realizza una pulizia energetica e spirituale importante; questa ‘ricetta spirituale’ è una procedura molto efficace per individuare ed eliminare le energie negative e pulire la propria aura energetico-spirituale.

Solitamente questa pratica, si esegue quando ci si sente particolarmente stanchi, o di cattivo umore; quando si riscontrano problemi imprevisti in generale e/o sul lavoro; quando ci si allontana dagli amici o da un partner senza una ragione apparente; quando si inizia ad avere, senza una ragione specifica, incubi, insonnia o subire incidenti inspiegabili, o quando si ha bisogno di una profonda pulizia energetica da ogni negatività, qualunque sia la sua natura.

In un mondo fatto di spettacoli e luminarie, magie, illusioni, burattini e teatranti da ammirare ad occhi aperti, nulla mi affascina di più del potere che abbiamo di spegnere tutto in un momento! Basta chiudere gli occhi; la nostra mente, libera da persuasioni e condizionamenti visivi, lì, non conosce confini.

Emilio Ferrara

Domus Sapientiae é una collana testi di Emilio Ferrara,

edita in Italia da Placebook Publishing and Writer Agency



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