Le tappe principali della recente crisi Afghana

Pubblicato: 01/12/2021

Il Giornale di Chiesuola

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Le tappe principali della recente crisi Afghana

A metà aprile 2021, il presidente Biden, dichiarando che gli Stati Uniti avevano da tempo compiuto la loro missione di impedire ai terroristi di trovare un rifugio sicuro in Afghanistan, ha annunciato che tutte le truppe americane avrebbero lasciato il paese entro l'11 settembre 2021.

Per Biden, dopo quasi 20 anni di guerra, era chiaro che le forze armate statunitensi non potevano trasformare l'Afghanistan in una democrazia moderna e stabile.

Rispondendo a luglio a coloro che criticavano l’idea del ritiro, il presidente ha chiesto: “Quante altre migliaia di figlie e figli d'America sono disposti ancora a rischiare?"

Proprio mentre gli Stati Uniti stavano per ritirare le proprie forze armate dopo 20 anni, i talebani hanno preso il controllo di Kabul, portando la missione americana e NATO in Afghanistan ad una fine caotica. Quasi due decenni dopo l'invasione guidata dagli Stati Uniti e poche settimane prima del previsto ritiro delle forze americane, i talebani sono tornati rapidamente al potere, rovesciando il governo di Kabul lo scorso 15 agosto 2021.

La feroce offensiva talebana estiva ha portato una grande città dopo l'altra a cadere nelle mani degli Studenti delle scuole coraniche[1] nel giro di pochi giorni.

Poche ore dopo che il Presidente, Ashraf Ghani, è fuggito dal Paese, i leader talebani si sono sistemati nel palazzo presidenziale, spingendo decine di migliaia di persone a fuggire ai confini del Paese. Altri si sono riversati all'aeroporto internazionale di Kabul, dove la folla si è accalcata per partecipare al ponte areo organizzato dall’occidente per evacuare i cittadini stranieri ed i loro collaboratori afghani.

I giorni di caos all'aeroporto sono stati scanditi da un attacco suicida il 26 agosto che ha ucciso ben 180 persone. È stato uno degli attacchi terroristici più cruenti in Afghanistan e ha visto la morte di 13 soldati americani i primi a perdere la vita nel Paese dal febbraio 2020.

Il crollo del governo afghano e delle forze di sicurezza afghane, dopo che gli Stati Uniti (ed i partner occidentali) hanno speso miliardi per sostenerli, è stato un finale tragico e violento per la missione USA nella guerra più lunga che gli americani abbiano mai combattuto.

Questa guerra ha perseguitato quattro presidenti, che hanno dovuto fare i conti con le numerose vittime americane, un nemico spietato, un governo afghano che ha confermato tutta la sua inconsistenza nonché con una pletora di altri attori regionali con un atteggiamento alquanto discutibile ed ondivago.

Su quanto è accaduto durante il caldo mese di agosto appena trascorso c’è poco da aggiungere se non che la situazione è in continua evoluzione visto che peraltro sono in atto, al momento della stesura di questo articolo, una serie di iniziative diplomatiche. Si registra sia una iniziativa centrata dal nostro Paese sul G20 in virtù della presidenza del gruppo da parte dell'Italia, sia una azione all’interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite patrocinata da Francia e Regno Unito. Presto vedremo se sarà possibile la creazione di una Safe Zone sotto egida ONU nell’aeroporto Hamid Karzai di Kabul e se i Paesi confinanti con l’Afghanistan accetteranno un ruolo diplomatico e soprattutto umanitario nei confronti dei rifugiati afghani.

Fabio AGOSTINI

 

[1] I talebani, o talibani (in lingua pashtu e in persiano "ṭālebān" è il plurale di ṭāleb, ossia "studenti/studente"), sono un'organizzazione di guerriglia afghana, a ideologia fondamentalista islamica, presente in Afghanistan e nel confinante Pakistan. Il termine "talebani" è lo stesso usato per indicare gli studenti delle scuole coraniche in area iranica, incaricati della prima alfabetizzazione, basata su testi sacri islamici.



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