Intervista a Maurizio Block, “magistrato speciale”

Pubblicato: 01/02/2021
Intervista a Maurizio Block, “magistrato speciale”

Ex ufficiale della Guardia di Finanza in servizio presso la scuola nautica di Gaeta, Maurizio Block, Procuratore Generale Militare presso la Suprema Corte di Cassazione, smette la divisa e indossa la toga di “magistrato speciale”: a cosa si deve questa scelta?

L’esperienza trascorsa nella Guardia di Finanza, seppure per la breve durata del servizio militare, mi ha permesso di avvicinarmi, conoscere e frequentare il mondo militare. Laureato in giurisprudenza ed affascinato dagli ambienti e dalle regole militari, optai per il concorso in magistratura miliare divenendo oggi un “magistrato speciale”: appunto perché il diritto militare – penale – è considerato una branca “speciale” del diritto penale. Compendia un corpus di norme di diritto sostanziale e di diritto processuale militare che, benché complementare al diritto penale, si fonda sul codice penale militare di pace ossia quell’insieme di disposizioni da applicarsi al diritto penale militare in sostituzione degli istituti penali ordinari. In esso vengono disciplinati i reati militari, le cause di giustificazione militari, le norme processuali della giurisdizione militare, le pene militari da comminarsi.

A chi si applica il diritto militare?

In linea di massima la legge penale militare si applica a tutti i militari in servizio alle armi e quelli considerati tali, compatibilmente e salvaguardando le disposizioni di cui all’art. 103 – ultimo comma – della Costituzione, che recita “i Tribunali militari in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle F.A.”. Sarà la legge poi a specificare i casi in cui la legge penale militare troverà applicazione nei confronti dei militari in congedo ex artt. 7 e 292 bis del cod. pen., ai militari in congedo assoluto, agli assimilati ai militari, agli iscritti ai corpi civili militarmente ordinati e ad ogni altra persona estranea alle Forze Armate dello Stato.

In quali tipologie di reato il militare incorre più frequentemente?

Prevalentemente vengono commessi reati contro il patrimonio di non rilevante entità e reati contro la persona, contro la disciplina militare quale l’insubordinazione o contro l’Amministrazione Militare.

Il 27 gennaio si è celebrato l’anniversario della Giustizia Militare: cosa rappresenta questa data?

Il 27 gennaio si ricorda, per la precisione, la costituzione del Corpo degli Ufficiali in congedo della Giustizia Militare, corpo speciale delle Forze Armate Italiane la cui funzione principe era gestire i processi per reati militari commessi dagli appartenenti alle Forze Armate. Istituito con Regio Decreto Legge n. 2397 in data 28 novembre 1935, dopo varie conversioni in legge e modifiche negli articoli viene approvato il regolamento applicativo il giorno 8 luglio 1937 con il Regio Decreto n. 1826. Nel 2010 il Decreto Legislativo n. 66 del 15 marzo ne ha decretato lo scioglimento senza un’apposita normativa anche a seguito della smilitarizzazione della categoria dei magistrati avvenuta con la legge n. 180 del 7 maggio 1981 che ha riformato la Giustizia Militare. Si è sancita dunque l’indipendenza e l’autonomia del magistrato dal militare che, contrariamente a quest’ultimo non dipende da alcun superiore gerarchico. Il potere giudiziario, espressione della magistratura è stato dichiarato indipendente. Con questa dichiarazione si rendeva incompatibile la posizione autonoma del magistrato rispetto a quella di sottoposto del militare.

E’ di qualche giorno fa la notizia della stipula di una intesa culturale tra la Procura Generale Militare e la Pami – Pontificia Accademia Mariana Internazionale in materia di criminalità organizzata: ci aiuti a capire meglio.

Oltre la funzione nomofilattica della Procura Generale Militare verso la Suprema Corte di Cassazione, rientra tra i compiti dell’Istituzione che rappresento promuovere attività di scambio con altri Ordinamenti e/o Enti al fine di incentivare la ricerca, migliorare il presente, favorire gli scambi culturali. E’ stata sottoscritta l’intesa culturale in parola con la Pontificia Accademia anche sulla scorta degli interventi del Santo Padre per cui la Chiesa deve essere maggiormente presente sul territorio; gli uomini di Dio devono operare non solo nelle parrocchie ma evangelizzare il popolo, tra la gente anche attraverso una sinergia di crescita morale del territorio. Denunciare fenomeni di criminalità economica dentro e fuori la Chiesa che vedrebbero interessata la nostra Procura Generale che costituisce un valido supporto per accrescere quel senso civico nell’adempimento del dovere di ogni singolo cittadino operatore di legalità.

Dr.ssa Mariagrazia MAZZARACO



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