La salute dell'Ambiente nell'Enciclica "Laudato Si"

Pubblicato: 01/12/2021
La salute dell'Ambiente nell'Enciclica "Laudato Si"

La Conferenza Episcopale Portoghese, nella Lettera pastorale, Responsabilidade solidària pelo bem comun (15 settembre2003), citata nell’Enciclica papale, ha esortato tutti a mantenere questo dovere di giustizia: “L’ambiente si situa nella logica del ricevere. E’ un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva”. Questa visione consente di comprendere e guardare la terra nell’ottica del dono gratuito, l’unico connesso ad un’ecologia integrale che amplia la nostra visione della vita sul pianeta. Non si può parlare più di un atteggiamento opzionale, ma di una questione di giustizia essenziale, per la ragione che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche alle generazioni future.

Il mondo che vogliamo lasciare ai nostri bambini non riguarda solo la questione ambientale, ma pone necessariamente, insieme alla domanda precedente, anche il tema valoriale. La problematica della salute dell’ambiente in cui viviamo, la nostra sensibilità ecologica non potrebbero avere respiro, non offrirebbero soluzioni, se prima non rispondiamo ad alcune domande di fondo. Il coraggio di quelle istanze dovrà, giocoforza, misurarsi con altri interrogativi ancor più diretti: “A che scopo siamo su questa Terra e perché essa stessa ha bisogno del nostro aiuto?”  Si comprende bene, come la domanda, prima di interessarsi di quel che lasceremo alle future generazioni, riguarda in primis la nostra dignità esistenziale, comportando la riflessione sul significato del nostro passaggio su questa terra.

Le previsioni catastrofiche che spesso, almeno per chi vi scrive, allontaniamo da noi con un semplice non volerci pensare, oppure cambiando canale, non ci sollevano dal rischio di lasciare dietro di noi macerie, disastri e terre deserte. I ritmi di consumo e di danni inferti al pianeta hanno superato la soglia di tollerabilità e resilienza, possono ormai sfociare solo in catastrofi che, sino a tempi recenti avevano riguardato alcune aree del mondo, ma che si affacciano ormai anche alle nostre latitudini, con una certa intensità e frequenza. La possibilità di attenuare il danno dipende da noi ed è urgente, attuale, in quanto dovremmo già ora preoccuparci della responsabilità che ci attribuiranno coloro che saranno costretti a sopportare le conseguenze dei nostri comportamenti.

Per usare le parole del Papa, la difficoltà a prendere sul serio la sfida consiste nel “deterioramento etico e culturale, che accompagna quello ecologico”. L’individualismo, la minaccia alla prima cellula della società (la famiglia), la difficoltà a riconoscere l’altro sono direttamente legati alla questione ambientale. Gli sprechi sono sotto gli occhi di tutti, buttiamo percentuali enormi di cibo nella spazzatura, ahimè..! L’incapacità di pensare a chi verrà dopo di noi deriva dalla medesima mancanza di attenzione ai poveri dei nostri tempi, rimasti esclusi dallo sviluppo. Non è più tempo di pensare ai poveri che verranno, è sufficiente ricordarsi dei poveri di oggi che non possono più aspettare la nostra pigrizia ed avarizia. Quindi, oltre alla solidarietà itergenerazionale, sforziamoci di accrescere la solidarietà intragenerazionale.

QUERCUS



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