G20 Agricoltura a Firenze

Pubblicato: 01/09/2021

Sicurezza alimentare, sviluppo globale, agricoltura sostenibile  ma anche EnoArte, ambiente, enoturismo, internazionalizzazione, empowerment femminile.

Territori, arte e cultura del vino a Palazzo Vecchio

Dal 2 al 14 settembre le donne del vino ed il Comune di Firenze organizzano incontri, tavole rotonde, dibattiti e degustazionei a corollario dell'evento internazionale

G20 Agricoltura a Firenze

Il G20 a Presidenza italiana è un appuntamento importantissimo per il nostro Paese. L'agenda della Presidenza italiana che ruota  attorno a tre pilastri - Persone, Pianeta e Prosperità.

Dopo Trieste, Santa Margherita Ligure e Roma la Presidenza italiana del G20 ospiterà la riunione dei Ministri dell'agricoltura del G20 a Firenze dal 17 al 18 settembre 2021.

Il G20 è un forum internazionale, composto da 19 paesi e dall'Unione Europea, che rappresenta le principali economie sviluppate ed emergenti del mondo. Insieme, i membri del G20 rappresentano l'85 % del PIL globale, il 75% del commercio internazionale ed i due terzi della popolazione mondiale. Per le sue dimensioni e la sua importanza strategica, il G20 ha un ruolo cruciale nel definire il futuro della crescita economica globale. 

Firenze ospita il G20-Agricoltura alla metà di settembre 2021, un forum che coinvolge 35 nazioni in cui si discuterà di “Sostenibilità e resilienza agroalimentare”.

Per prepararlo, il Comune di Firenze e l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino danno vita a un progetto intitolato «Territori, cultura e arte del vino a Palazzo Vecchio» incorniciandolo con i dipinti della pittrice Elisabetta Rogai.

Il Comune di Firenze e Le Donne del Vino diventano i portavoce dei valori che, attraverso il vino, conducono alla tutela dell’ambiente e del paesaggio rurale, la salvaguardia dell’occupazione e la qualificazione del lavoro agricolo, lo sviluppo sostenibile sociale e economico delle zone di campagna soprattutto in relazione alle nuove generazioni, la formazione e la salute: le risorse endogene ed il patrimonio di storia e cultura dei territori del vino italiani e toscani, diventano chiavi di ripartenza in linea con gli obiettivi UE: Next Generation, Farm to Fork, Ecological transition e Wine in Moderation.

Il progetto "Territori, cultura e arte del vino a Palazzo Vecchio" li sviluppa coinvolgendo un grandissimo numero di Donne del Vino, di associazioni ed istituzioni come Regione Toscana, Università di Salerno, Assoenologi, Movimento Turismo del Vino, ENEA-Federesco, Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani.

"Un evento con un fitto programma che declina il vino in tutte le forme – dice Donatella Cinelli Colombini, presidente de Le Donne del Vino - stimola la riflessione e porta esempi concreti come le Cantine Camper friendly, oppure bike friendly, capaci di aprire strade verso un futuro più sostenibile dell’agricoltura e, in generale, dello stile di vita. Relatori di altissimo profilo propongono, spesso con taglio inconsueto, come accorciare le catene alimentari fra città e campagna attraverso un turismo agroalimentare, come rimodellare l’insegnamento del vino e come le imprese del vino abbiano imboccato con decisione la via della compatibilità ambientale anche con scelte sull’uso di bottiglie leggere e sull’efficientamento energetico di cui il premio Enea-Federesco costituisce un primo segnale".

"Un percorso di avvicinamento al G20-Agricoltura - ha detto l’assessore all’Ambiente, turismo e agricoltura urbana Cecilia Del Re - all'insegna dell’arte e della sostenibilità ambientale ed economica legate al mondo del vino. Una spinta nella direzione di un approccio più consapevole al territorio e al turismo agroalimentare, inteso come motore di sviluppo e sostegno a un comparto agricolo strategico per la nostra economia metropolitana e per il nostro paesaggio. Valorizzare un territorio più ampio risponde agli obiettivi che ci siamo posti nell’ottica di un miglior governo dei flussi e di una narrazione allargata dell’area metropolitana, che dalla città d’arte porta a immergersi nelle colline più belle al mondo, come riconosciuto anche dall’Unesco. Una visione sintetizzata nell'originale arte di Elisabetta Rogai, che ospiteremo a Palazzo Vecchio con una mostra quanto mai attuale e centrata su compatibilità ambientale e nuovi stili di vita".

Strettamente connessa ai temi della riunione internazionale, la mostra di Elisabetta Rogai e la sua tecnica EnoArte ® aggiungono un tocco di arte e  creatività  al programma di incontri organizzati dall’Associazione delle “Donne del vino” che testimonia fino a che punto arte e vino possono incontrarsi, toccarsi e fondersi fino a diventare complici di un successo che, grazie alla poliedrica attività dell’Artista, ha portato il nome di Firenze in tutto il mondo.

Per 13 giorni - dal 2 al 14 settembre - la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio ospiterà la mostra personale delle opere della Rogai. La speciale tecnica "enoarte" praticata dalla pittrice celebra il suo decennale e costituisce l’anello di congiunzione fra arte e vino. In questa spettacolare cornice di bellezza, vengono organizzati incontri, tavole rotonde, dibattiti e degustazioni che mostrano come il vino sia uno strumento di sostenibilità sociale, economica e ambientale oltre che un accorciatore delle distanze fra città e campagna.

Elisabetta Rogai e la Sala d’Arme, per un fiorentino Palazzo Vecchio non è solo la sede del Comune di Firenze ma il luogo deputato della politica ed anche delle grandi mostre, delle sale maestose, come la  Sala d’Arme che oggi, grazie alle opere dell’artista, si libera delle sue originali funzioni di deposito di armi e munizioni diventando il palcoscenico ideale dove le tecniche uniche basate sul vino di questa artista fiorentina si intrecciano  fino a confondersi e rispecchiarsi l’un l’altra in una magica alchimia espressiva.

Storie antiche affascinanti, segreti e merlature guelfe, gli squilli delle Chiarine, stanze senza tempo, favole  e realtà...la Rogai ha il potere di trasformare anche il ruolo del vino, dalla cantina alla tela esprimendolo con uno  sguardo  che indaga il territorio toscano.  

Ma l’obiettivo della mostra, la prima dopo la pandemia è un progetto di riflessione sul passato recente, un “racconto”  animato da una diversità di linguaggio, fatto di colori e materia, teso ad instaurare un dialogo vivo col pubblico, quasi rassicurante,  parlando di figure di donne, di cavalli dalle lunghe criniere al vento, della maestosità dell’aquila, ritratti, figure, istanti emotivi di una mostra che parla del nostro territorio  e dello sguardo di una artista autodidatta che ha imparato dal bello che ha visto intorno a lei.

Immersi in un'atmosfera fiabesca, dove passato e presente condividono lo stesso spazio, i suoi soggetti preferiti,  i cavalli, a cui è particolarmente legata dopo aver eseguito il Drappellone del Palio di Siena - figure di donne, racchiusi in eleganti e semplici forme che suscitano un magico incanto -, cristallizzano e catturano lo spettatore.

Nell’atmosfera fiabesca degli spazi maestosi della Sala d’Arme, condivisi fra passato e presente, il Comune di Firenze nella persona della Vicesindaca Alessia Bettini ha voluto mostrare il valore dell’arte nell’ambito del G20, rivolta al territorio ed alle persone, invito che rivolge con le opere della Rogai che affrontano il tema della vita, della natura, dell’agricoltura, del vino, del territorio, ora con ironia, ora con malinconia, ora con forza, talvolta frugando nella realtà, immergendosi nei sogni; una mostra che genera una  interessante risposta  dell’artista fiorentina sull’arte contemporanea. Ed è anche la dimostrazione che l’arte italiana è ritornata a mostrarsi ed è viva: è rinata. 

"Un programma di alto livello - ribadisce la vicesindaca Alessia Bettini - per contribuire a sostenere un modello di sviluppo meno impattante sul territorio, basato su un’economia in grado di riconnettere città e campagna, salvaguardare e valorizzare il lavoro agricolo legato al mondo del vino e puntare su stili di vita più sostenibili. Con Le Donne del Vino abbiamo voluto testimoniare e promuovere questo modello, mettendo in evidenza gli aspetti culturali e artistici che si rispecchiano in questo percorso lungo la strada della sostenibilità ambientale, economica e sociale".

Sulla tela il dipinto si trasforma e cambia  colore via via che passa il tempo.

Ma può un dipinto invecchiare? La prima idea del genere era venuta allo scrittore inglese Oscar Wilde, che ne aveva tratto il soggetto per Il ritratto di Dorian Gray. Adesso il fantastico diventa realtà, grazie ad un’intuizione della pittrice fiorentina Elisabetta Rogai, che si è imbattuta in questo fenomeno mentre stava realizzando alcune opere d’arte con il vino, con una tecnica mai usata prima. Diversi artisti si erano infatti cimentati nell'impresa, provando a utilizzare un materiale come il vino rosso per realizzare dei quadri, ma l'esito non era mai arrivato a potersi dire pienamente soddisfacente. Ogni tentativo finora si era scontrato con ostacoli tecnici: la densità del vino, la volatilità dell'alcol, l'evidente limite nella "tavolozza" dei colori a disposizione, l'esigenza di limitare i lavori a tele di piccole dimensioni.

E' stato necessario un lungo lavoro di ricerca e sperimentazione, anni di studio e molti tentativi, attraverso l’aiuto del professor Roberto Bianchini (docente di chimica organica dell’Università degli Studi di Firenze) unito alla versatilità di un'artista non nuova ad innovazioni tecniche: oggi i quadri wine-made sono una realtà.

Gli eno-capolavori di Elisabetta Rogai sono realizzati su normali tele ma esclusivamente con vini rossi e bianchi, tranne il primo tratto di carboncino – fusaggine di vite -  per delineare le figure. Nessuna aggiunta di colore o altri componenti sintetici: solo vino al 100%, che – proprio perché naturale – invecchia sulla tela riproducendo esattamente l’evoluzione del vino che ha luogo dentro una bottiglia.

Man mano che passa il tempo, il dipinto “invecchia”, evolve sulla tela perché il vino passa dai colori tipicamente giovanili (violacei, melanzana, porpora) a quelli caratteristici dell’invecchiamento (mattone, ambrati, aranciati). Un processo che in cantina richiede diversi anni, sulla tela invece solo pochi mesi. Però per evitare che il processo di invecchiamento si protragga sine die la Rogai ha elaborato un sistema di fissaggio naturale che – pur lasciando mutare le tonalità – impedisce ai colori di sbiadire oltre un certo livello. 

Già nell'agosto 2015 la Giunta Comunale di Siena conferisce all’artista l’onore di dipingere il Drappellone del Palio dell’Assunta con tecnica mista, dipinto ad olio e con il vino del territorio senese.

CHI È LA PITTRICE ELISABETTA ROGAI

Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale. Oltre che in Italia ha esposto negli USA, in Cina, Lituania, Hong Kong Giappone e Grecia. Il suo Astrid, dipinto nel 2006, con il Chianti Classico è diventata l’etichetta della bottiglia celebrativa del semestre della Presidenza italiana dell’Unione Europea. Nel 2014 Elisabetta Rogai è stata nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation. È autrice del ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana e dell’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze. Ha dipinto il Drappellone del Palio di Siena del 16 agosto 2015 con esplicito riferimento al tema dell’Expo “Nutrire il pianeta”. Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica con il vino”, perché la sua EnoArte, che prevede l’uso di vino rosso o bianco invece dei colori, crea l’incontro tra pittura e enologia e sulle sue tele il vino è vivo e invecchia esattamente come nelle bottiglie.

 

 

 

 

 

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi 940 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni.

L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Due anni fa hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Attualmente promuovono indagini sul Gender Gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 partirà la sperimentazione dell’insegnamento del vino negli istituti turistici e alberghieri direttamente organizzato dalle Donne del Vino.

Le 940 socie stanno realizzando il primo ricettario italiano che parte dal vino o dai vitigni autoctoni per descrivere i piatti della tradizione locale. Le azioni in favore della salvaguardia dell’identità locale e del patrimonio storico del vigneto italiano comprendono anche le degustazioni sui vini da “vitigni reliquia” e da “vigneti antichi”.

Le Donne del Vino promuovono il turismo del vino en plein air con il progetto Camper Fiendly. Contrastano la violenza sulle donne con raccolte di fondi, convegni e azioni di sensibilizzazione come #tunonseisola e il più recente sharing corner del sito per agevolare chi cerca lavoro.

Maggiori notizie sono nel sito e nel blog www.ledonnedelvino.com oltre che nel mensile D-News inserto del Corriere Vinicolo.

Dr.ssa Mariagrazia MAZZARACO

 

Mostra personale di Elisabetta Rogai

Dal 03.09.2021 al 18.09.2021

Inaugurazione venerdì 03.09.2021, ore 17.30

Sala d’Arme di Palazzo Vecchio - Piazza della Signoria, Firenze

Ingresso libero

Orari: tutti i giorni 10:00 - 19:00 (giovedì 09:00 -14:00)

www.elisabettarogai.it

 



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