Contadini gettati nella disperazione dalle politiche commerciali mondiali

Pubblicato: 01/09/2022
Contadini gettati nella disperazione dalle politiche commerciali mondiali

Poche cose sono così antiumane ed antisociali come far diventare un commercio il diritto della gente al cibo, eppure è accaduto. Si è fatto cenno in precedenza all’ingresso nel mondo dei dettami del World Trade Organisation (WTO), ovvero del nuovo sistema globalizzato di capitalismo, costituito da liberalizzazione degli scambi, concorrenzialismo esasperato, estensione della proprietà intellettuale a saperi millenari patrimonio dei popoli.

Il Sud globale e le sue semplici, ma efficienti, reti di scambio commerciale sono stati travolti dal nuovo sistema, quasi mai accompagnato da meccanismi di redistribuzione dei benefici ai più svantaggiati e a coloro che sono rimasti tagliati fuori dai nuovi circuiti. Gli stati non hanno più potuto garantire una funzione di parafulmine, contro le oscillazioni dei mercati e degli eventi calamitosi che da sempre hanno minacciato la sopravvivenza di chi, come gli agricoltori, è legato per mestiere a ritmi e fenomeni naturali, ma non agli uragani suscitati dalla nuova economia planetaria. La distruzione “creativa” introdotta dal capitale, gioco forza, annienta i più deboli, dissanguando i sistemi politici ed economici delle nazioni più povere, anziché rafforzarle; quindi non deve sorprenderci che i contadini rimasti senza terra e senza lavoro, giungano ad atti estremi. Finito in questo ciclo disperante, c’è persino chi, pur di non cedere alla morte, ha preferito vendere una parte del proprio corpo, come alcuni contadini indiani che hanno messo su una “cosa organizzata”, allestendo un mercatino dei reni, rimasti come ultimo bene da vendere.

Scavare nel passato dell’economia agricola europea ed  americana, ben presto ci farebbe imbattere nelle politiche colonialiste, con l’istituzione stessa della schiavitù dei neri d’Africa, impiegati nelle piantagioni, all’indomani dell’ingresso massiccio dello zucchero nella dieta degli Europei, in particolare degli inglesi, ai quali si deve anche l’allestimento della più grande industria cotoniera di quei tempi. Non solo, ma approfondire ci darebbe contezza dell’evoluzione del potere della detenzione delle risorse alimentari, in direzione geopolitica, quando la strategia degli aiuti alimentari, a partire dal secondo conflitto mondiale in poi, servì agli Stati Uniti, per controllare ed arginare l’espansione del comunismo in tutto il mondo. Tanto da rifornire di quantità sempre maggiori di grano, addirittura quella che fu la culla della dottrina (Russia), passando per l’Africa e l’India, ove notevoli furono gli sforzi per disincentivare le simpatie comuniste, sino ad impiegare il 30% del grano prodotto in America per queste finalità.

Ora non è questo l’obbiettivo, né si ardirebbe giungere ad analisi storiche di fenomeni così complessi, i nostri sono cenni che aprono al ragionamento; in proposito, per la meraviglia, diremmo lo scalpore suscitato in chi scrive, si forniranno in queste pagine alcuni dettagli di una vicenda, diretta conseguenza delle politiche WTO. Si è ricordato, nelle premesse dell’articolo il diritto potere, fornito alle imprese multinazionali da quegli accordi, di estendere la proprietà intellettuale anche su conoscenze antiche di popolazioni del Sud del mondo. E’ il caso della pianta del Neem originaria dell’India (foto) che negli anni novanta una società privata, di concerto con il ministero dell’agricoltura degli USA, tentarono di brevettare perché avevano scoperto che possedeva proprietà di pesticida. Di questa pianta e dei suoi impieghi contro gli insetti, i coltivatori indiani erano a conoscenza da un paio di millenni, eppure il governo indiano ha impiegato quindici anni per chiudere la causa di rigetto della richiesta di brevetto; questo è solo un esempio del nuovo potere che adesso consente a imprenditoria potente e spregiudicata di compiere veri atti di biopirateria, sottraendo agli storici detentori di queste conoscenze il diritto di farne uso e guadagnare montagne di denaro.

Non sempre i governi, compreso quello indiano, hanno avuto forza e lungimiranza di difendere le proprie popolazioni rurali da questi attacchi, ne parleremo più diffusamente nel prossimo articolo.

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