Carriere stroncate…

Pubblicato: 15/12/2022
Carriere stroncate…

Una delle tecniche adottate dalle multinazionali per assicurarsi la libera diffusione di certi loro prodotti ed il conseguente enorme guadagno è il controllo del sapere scientifico. In che maniera..? La più semplice, inondando gli istituti di ricerca universitaria di denaro, per finanziare progetti direttamente o indirettamente utili ai propri affari. Il risultato è quello di riuscire ad indirizzare gli studi sui prodotti di interesse ed in certo senso a garantirsi la disponibilità di quei ricercatori più malleabili e sensibili ai finanziamenti. Chi si oppone al meccanismo rischia grosso.

Un ricercatore di origini messicane, agli inizi degli anni duemila, si vide ritirare la pubblicazione di un articolo da una prestigiosissima rivista scientifica, perché si era azzardato a scrivere che una tipica varietà di mais messicano(Oaxaca) presentava tracce di contaminazione proveniente da mais geneticamente modificato (vietato in Messico dagli anni ’90). La rivista che prima aveva regolarmente pubblicato, fatto mai accaduto nella sua lunga storia, ritirò l’articolo sostenendo che il ricercatore fosse inattendibile, nonostante avesse il suo lavoro già superato l’esame della peer review ( procedura di valutazione degli articoli, per definirne l’idoneità alla pubblicazione o finanziamento). Non solo, ma il povero ricercatore si  vide stroncare il suo accesso al ruolo di professore associato, da un senato accademico che così imponeva alla commissione esaminatrice. Solo con un nuovo rettore e con la minaccia di azioni legali, il ricercatore  riuscì ad ottenere il meritato titolo, senza dimenticare che  nel medesimo periodo egli fu oggetto di una campagna diffamatoria  nello stesso ambiente di ricerca, con il particolare che gli indirizzi di fantasia delle mail calunniatorie , in realtà  appartenevano alla principale multinazionale dell’OGM dell’epoca.

E’ chiaro che se i governi riducono i finanziamenti alla ricerca, il vuoto viene immediatamente colmato dalla enorme disponibilità delle multinazionali che divengono, con donazioni dagli importi milionari, i veri controllori dell’attività di ricerca. Affamate come sono di scoperte brevettabili, giungono a pretendere, dopo i finanziamenti, anticipi sulle pubblicazioni dei ricercatori, sviluppandole nei propri laboratori per arrivare prime sui mercati e monetizzare il lavoro svolto dalle Università.

A volte anche la politica onesta ha difficoltà a comprendere e regimare i flussi di denaro che circolano negli Atenei, con la conseguenza che risulta poi impossibile distinguere e controllare impieghi e destinazione del denaro pubblico e privato, veicolato da politiche d’affari, piuttosto che di sviluppo del sapere.

Come recitava un passo di un poemetto satirico . “ Cosa rende chiare e limpide tutte le dottrine? Circa duecento sterline l’anno. E con che cosa il già dimostrato vero viene certificato falso ? Altre duecento.”

QUERCUS



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