Testimoni di fede e costruttori di pace

Pubblicato: 05/07/2025
Testimoni di fede e costruttori di pace

"La messe è molta, ma gli operai sono pochi". È una considerazione di Gesù, mai come in questi tempi così tanto attuale. A Roma in zona San Pietro è possibile vedere sempre una moltitudine immensa di credenti, cattolici, in pellegrinaggio. Una moltitudine anche di sacerdoti, religiosi, religiose, che provengono da tutto il mondo. Sono insufficienti? Poiché si parla di tutto il mondo potremmo dire che "la messe è infinita".

C'è una sproporzione enorme tra coloro che annunciano e la moltitudine che attende, ma c'è un considerevole numero di laici che potrebbero fare molto di più per il Regno. Nei santuari cogliamo sempre una massiccia presenza di laici battezzati, che sarebbero chiamati pure loro, anzi soprattutto loro, a questa missione. Come afferma papa Francesco in Evangelii Gaudium: un cristiano o è "discepolo-missionario" del Vangelo o non lo è fino in fondo.

È la missione che ci caratterizza come credenti. Tutti dovremmo considerare questa necessità, più che possibilità di annunciare, dovrebbe nascere da un cuore che ama. Se io amo il Signore non posso fare a meno di testimoniarlo agli altri con la mia vita.
Quello che è più significativo però è che non dobbiamo fare da soli.
Parliamo particolarmente in questa stagione della Chiesa di sinodalità, oggi accentuiamo sempre di più questo aspetto. Papa Leone più volte riprende questa necessità della gioia di camminare insieme, "uniti", ma per fare cosa? Senza dubbio per portare agli altri l'amore di Dio, per testimoniarlo. Con quali parole, con quali gesti?

È Gesù stesso a dircelo: portate la pace, andate di casa in casa, "due a due" appunto, non da soli perché non esiste il solipsismo della fede.

Nell'annuncio del "Kerigma", (Cristo è morto ed ha vinto la morte con la Resurrezione) non è possibile fare tutto da soli. È bene che sia una comunità a recarsi nel mondo, che siano almeno due persone. I 72 inviati da Gesù infatti sono 36 coppie. Al di là del simbolismo, cogliamo che c'è sempre un andare "a due a due" perché andando insieme ci si rincuora l'un l'altro e la fede che viene condivisa affascina e coinvolge di più, perché è la testimonianza che soprattutto tocca il cuore di un'altra persona. In due la testimonianza è ancora più efficace. Andare "a due a due" possiamo dire, è già questo un segno di accordo è di pace.

Ricordo l'8 maggio 2025, quando Papa Leone, appena eletto, saluto' il popolo dalla Loggia delle benedizioni, le sue prime promesse, le prime parole usate sono state quelle del Risorto: "la pace sia con voi", perché è di questo che abbiamo bisogno in fondo.
Nonostante il nostro mondo sia pieno di esperienze bellicose, con guerre sparse dappertutto, c'è sempre questa grande necessità di pace, cioè di avere un cuore pacificato, un cuore che ama e costruisce pace.

Per dirla con le parole di Don Tonino Bello, quando all'arena di Verona davanti ad una enorme assemblea composta soprattutto da giovani radunati da Pax Christi, disse: "in piedi, costruttori di pace", in piedi e in cammino. Cioè recuperate la vostra dignità e usate quella risolutezza che dovrebbe caratterizzate coloro che sono nel giusto perché è nel cuore di ogni uomo il desiderio della pace. Questo dovrebbe essere il cammino e la pace dovrebbe essere il segno che Gesù è stato veramente annunciato.

don Alfonso GIORGIO



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