L’intelligence al femminile da Cleopatra a Hedy Lamarr

Pubblicato: 09/06/2025

 ALESSANDRA NECCI AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: 
"Le frontiere dei nuovi mondi al femminile: uno sguardo di intelligence” è il titolo della lezione tenuta dalla scrittrice e Direttrice delle Gallerie Estensi di Modena Alessandra Necci al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri

L’intelligence al femminile da Cleopatra a Hedy Lamarr

Necci ha iniziato descrivendo come l’analisi dei dati sia importante per la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni evidenziandone la differenza tra intelligence moderna e spionaggio; precisando che l’immagine delle spie al femminile si identifica in modo prevalente nello stereotipo del fascino della seduzione.

La docente ha affermato come lo spionaggio vada inteso quale acquisizione di notizie con i più disparati modi per avere vantaggi economici, commerciali o strategici in modo da vincere e preparare conflitti, quindi con una dimensione  offensiva.

Al contrario, l’intelligence va considerata come la raccolta, la selezione e la valutazione di importanti informazioni, soprattutto riservate, che riguardano la sicurezza dello Stato.

Pertanto, vengono spesso utilizzate per evitare una guerra, un attacco terroristico, una disfatta di vario genere, rivestendo quindi un carattere principalmente difensivo.

Lo spionaggio accompagna le vicende degli uomini dalla notte dei tempi e scandisce da sempre la storia.

In Inghilterra è nato lo spionaggio moderno, rafforzato, in anni recenti, con la prima donna al comando del Secret Service.

Napoleone Bonaparte spiegava che una spia nel posto giusto, potrebbe valere quanto ventimila uomini sul campo di battaglia, senza dimenticare le parole di Charles Maurice de Talleyrand-Périgord che affermava: “en politique et dans les affaires il faut faire marcher les femmes” ovvero che “in politica e negli affari bisogna mandare avanti le donne”.

Un tema molto chiaro agli uomini straordinari che hanno attraversato la Rivoluzione Francese.

Le donne sono sempre state brave per le loro qualità: empatia, intuito, affascinazione e anche “seduzione”, nel senso di “condurre a sé”.

Per la docente, le donne hanno  sempre dimostrato una passione per questa arte, sviluppando la capacità di ottenere informazioni.

In alcuni casi sono rimaste nell'ombra, in altri si sono assolutamente palesate, sempre rivestendo un ruolo fondamentale.

Necci ha svolto una rapida rassegna, illustrando alcune tra le donne che hanno dimostrato un particolare talento verso l’intelligence.

A cominciare da una figura leggendaria come la regina Cleopatra, che nel 60 a.C., fece un utilizzo brillante delle informazioni.

Una donna misteriosa, intelligente e studiosa, arrivò a regnare durante il periodo della dinastia dei Tolomei.

Altra esponente interessante è Isabella d’Este, figlia del duca di Ferrara e sposa del marchese di Mantova Francesco Gonzaga, che aveva sparso informatori in tutte le corti europee, svolgendo un ruolo cruciale in difesa del papato all’epoca del Sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi su ordine di Carlo V.

Nel Rinascimento va ricordata anche Caterina de' Medici, la regina di Francia che allestì una rete efficacissima e diffusa di spie, affiancate da un gruppo di giovani e affascinanti fanciulle,  soprannominato “lo squadrone volante”, utilizzato per controllare gli ambiziosi e violenti signori della corte.

In Inghilterra, si affermò la fondamentale figura di Elisabetta I, figlia di Enrico VIII, che sopravvisse e si affermò grazie al lavoro di intelligence organizzato dal suo segretario Sir Francis Walshingam.

Utilizzò un raffinatissimo gruppo di informatori, composto soprattutto da intellettuali e agenti reclutati nelle università, insieme a una rete di corsari, spregiudicati e duri uomini di mare, che non solo minavano la potenza della Spagna ma solcavano gli oceani per acquisire informazioni.

Per parlare del nostro Paese, l’Unità d’Italia è stata realizzata non solo da patrioti, politici e carbonari, ma anche da figure femminili, abili a consegnare messaggi, raccogliere informazioni, nascondere personaggi ricercati.

Delle dame nei salotti, Mazzini e Cavour avevano consapevolezza della loro grande utilità per la causa unitaria.

Tra queste, da ricordare soprattutto la principessa Cristina di Belgioioso e poi anche Maria di Salasco, Paolina di Rasini, Maria Letizia Rattazzi, Bianca Milesi e le donne che si arruolarono con i Mille di Garibaldi.

Una figura importante è stata Clara Maffei, che nelle case aristocratiche teneva conversazioni sulla causa nazionale, dialogando con D’Azeglio, Cattaneo e Manzoni.

Passata alle cronache, la contessa di Castiglione utilizzò invece la seduzione - su ordine di Cavour - per convincere Napoleone lll a sostenere la causa dell'Unità.

Nell’Ottocento al servizio di Sua Maestà britannica vi fu anche Ada Lovelace Byron, nobildonna d matematica, indicata come una delle prime scopritrici di algoritmi al mondo. 

Molte delle spie donne sono state viaggiatrici.

Una delle più affascinanti è stata l’archeologa Gertrude Bell, che dopo aver viaggiato per gran parte dell’Asia si offrì volontaria per la Croce rossa francese e a Il Cairo incontrò Lawrence d’Arabia.

É considerata la madre dell’Iraq  poiché, essendo una brillante cartografa, ne tracciò i confini. Fu anche la prima ufficiale donna nell’intelligence britannica durante il Primo Conflitto mondiale, venendo anche definita, ai tempi di Vittoria, come la “regina senza corona”.

Durante la prima guerra mondiale, in Francia operò Louise de Bettigny, reclutata dall'intelligence britannica, con il nome in codice di Alice Dubois, che, insieme a Marie-Leonie Van Hoot, creò la rete “Alice”.

Si trattó di un’organizzazione notevole, composta da oltre cento agenti nella città di Lille, utilizzati per controllare l’esercito tedesco, riuscendo a salvare migliaia di vite.

Senza dimenticare Mata Hari, agente segreto di nazionalità olandese che aveva vissuto a Giava e che poi era diventata a Parigi una famosa danzatrice che si esibiva davanti ad aristocratici e finanzieri.

Arruolata dal console tedesco, diventò l’agente “H-21” e fu istruita dalla terribile Fräulein Doktor. Una volta scoperta, fu processata e condannata a morte.

La docente ha citato pure l’esempio di Virginia Hall, attiva durante la Seconda guerra mondiale e definita “la spia più pericolosa di Francia”, incubo dei nazisti: al fianco dei Servizi britannici e americani, svolse un ruolo rilevante nello sbarco in Normandia.

Soprannominata anche “La spia zoppa”, a causa di una gamba amputata, combatté contro i totalitarismi. Nell’occasione conobbe Vera Atkins, importante spia britannica.

La lezione è proseguita ricordando che anche la celeberrima attrice Marlene Dietrich fu una spia.

Di origini tedesche e corteggiata da Hitler e Goebbels, accompagnó le truppe alleate in Nordafrica e in Europa, diventando testimone delle atrocità della guerra che le valsero il riconoscimento dell’americana “Medal of Freedom” e della francese “Legion d'honneur”.

Una spia centrale per gli esiti della guerra fu Hedy Lamarr, che durante gli incontri che il marito, importante trafficante di armi, ebbe con Hitler e Mussolini per raccogliere notizie preziose sugli armamenti nazisti e per trafugare documenti.

Inventò il Secret Communication System, un sistema anti-intercettazione di siluri radiocomandati, che consentì di modificare le frequenze radio.

In conclusione, le donne spie e informatrici dell’intelligence hanno avuto spesso grande successo, sia per loro meriti e anche perché non temute dall’uomo, che le ha considerate a torto facilmente neutralizzabili. 

La Redazione



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