Controlli ambientali e finanziari tra diritto, intelligence e satelliti

Pubblicato: 01/02/2022
Controlli ambientali e finanziari tra diritto, intelligence e satelliti

“L’uomo per molti secoli ha subito l’ambiente mentre oggi lo sta trasformando in modo sempre più rapido. L’intelligence ha riguardato per molto tempo solo gli aspetti militari legati alla guerra invece oggi rappresenta una strategia del futuro. Riuscire a definire la capacità di bio-intelligence, di geo-intelligence, di open-space dell’intelligence significa ottenere delle informazioni che possono aiutare a gestire l’uomo all’interno del suo ambiente terrestre e dello spazio”: esordisce con questo assunto al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, il prof. Antonio Uricchio presidente dell’Anvur e docente di diritto tributario presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.

L’intelligence, è l’attività di assunzione delle informazioni attraverso la raccolta, la catalogazione e l’analisi delle stesse al fine di offrire al decisore politico strumenti adeguati per adottare la strategia più appropriata a fronteggiare tempestivamente uno stato emergenziale quale i disastri climatici, l’innalzamento del livello dei mari, l’emergenza climatica, lo smaltimento dei rifiuti, anche spaziali. Crescente è la problematica che gli space debris - si legge nella risoluzione “Debris Mitigation Guildelines” dell’UNCOUPUOS del 2007, essere “oggetti fatti dall’uomo, inclusi frammenti e relativi elementi, nell’orbita terrestre o rientranti nell’atmosfera che non siano più funzionali” produrranno sull’ambiente spaziale in quanto abbandonati in occasioni di missioni, fa notare il relatore.

La Sindrome di Kessler che prende il nome dal consulente della NASA secondo cui “la quantità di detriti aumenterà nei prossimi anni e le collisioni tra detriti provocheranno molta altra spazzatura, fino al momento in cui la Terra sarà avviluppata da una densa coltre di detriti che non consentirà di svolgere ulteriori attività spaziali per molte generazioni future” potrà essere contenuta solo con una corretta strategia della mitigazione che auspicherà di lanciare in orbita solo il necessario definendo le metodologie di recupero dei rifiuti spaziali magari attraverso un rientro controllato ed una regolazione condivisa.

Si è partiti dalla natura antropica dell’intelligence con la Humanint (intelligence sensoriale) e l’intelligence documentale; oggi si guarda alla natura bionica dell’intelligence che, per mezzo della cyber intelligence, dell’intelligence spaziale e della geo-intelligence osserva la terra, l’ambiente, lo spazio per contrastare i problemi del presente prevenendone consapevolmente i rischi del futuro, all’impatto che i materiali spaziali (meteoriti, satelliti – ne sono stati rilevati circa 80 mila nello spazio -, comete) possono avere sul nostro paese.

Diverse sono le agenzie nazionali ed europee che dialogano con l’intelligence afferma l’Uricchio - solo per citarne alcune l’ASI, l’ESA, l’UNCOPUOS -, che esplorano lo spazio per acquisire informazioni da trasferire correttamente, anche nell’ottica di una evidenza scientifica, a quel decisore pubblico che ne vaglierà l’attendibilità, l’affidabilità e le conseguenze derivanti dalle decisioni poste in essere.

Lo spazio, prosegue il prof. Uricchio offre molte opportunità ma altrettanti rischi. La Blue Economy dello spazio ne è un esempio: si tratta di una new space economy, una sorta di economia delle infrastrutture spaziali che attrae operatori economici tradizionali ma, altresì, criminali e che, secondo le stime della Morgan Stanley e della banca di investimenti Merril Lynch, entro il 2040 registrerà un aumento della ricchezza tra gli 1 ed i 2 miliardi di dollari.

Come si accennava in apertura lo spazio è fragile ed i rischi sono tanti dettati in primis da un carente strumentario regolatorio. Per essere più precisi non è vero che le norme giuridiche non esistano ma sono anacronistiche.

Siamo negli anni 60 dove con il Trattato delle Nazioni Unite, all’art. 1 si prevedeva il principio della libera esplorazione e ricerca dello spazio: la missione americana Apollo da una parte e quella russa dello Sputnick dall’altra si rincorrono nello spazio.

Una libertà di esplorazione per nulla codificata, come vedremo, che espone ad evidenti rischi e che l’unico limite che prevede, come recita l’art. 3 del Trattato de quo, è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e della promozione della cooperazione e della comprensione internazionale.

Si parla per la prima volta del principio di equa possibilità di condivisione dei benefici. Ma quanti paesi del mondo dispongono di agenzie spaziali? Pochissimi…tanto che la forbice della disuguaglianza, per usare un’espressione allegorica, si dilata sempre più velocemente.

Pertanto, si rende necessario modernizzare il profilo regolatorio tenendo conto che esiste un sistema solare, un sistema extrasolare, provvedere ad un censimento e dunque ad un’immatricolazione degli oggetti spaziali ossia di “qualsiasi dispositivo artificiale o congegno costruito per essere collocato nello spazio o sui corpi celesti al fine di svolgere una funzione o un’attività spaziale” per riconoscerli ed identificarli più compiutamente.

Ed è qui che l’intelligence gioca un ruolo di primo piano.

In realtà esiste, presso l’ONU e nella piena disponibilità di chiunque per la consultazione, un registro regolamentato dalla Convenzione sull’immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico risalente al 1975 ma viene eluso dagli stati canaglia e da quelli criminali che si servono dei satelliti per commettere attività illecite e/o criminali favoriti dal fatto che la gran parte dei satelliti non risulta censita.

E’ possibile concludere che una norma di diritto si rende indispensabile per prevenire, comporre eventuali conflitti spaziali, determinarne i rischi definendone il senso del limite.

Dr.ssa Mariagrazia MAZZARACO



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